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Eragon e Saphira contro i perfidi Urgali
Eragon è un quindicenne che conduce la sua esistenza tranquilla ed un po’ randagia assieme allo zio Garrow ed al cugino Roran nel villaggio di Carvahall, all'estrema periferia dell’impero di Algaësia. Un giorno, mentre sta cacciando cervi sulle montagne, compare, dal nulla, una gigantesca gemma color zaffiro. Proverà inutilmente a venderla, per risollevare le non floride condizioni economiche della famiglia, ma, dopo qualche giorno, la pietra si rivelerà essere un uovo di drago dal quale nascerà una meravigliosa dragonessa blu. Il ragazzo amorevolmente si prenderà cura della piccola Saphira (così sarà chiamata), nascostamente dagli altri. Purtroppo i guai, inaspettati, giungeranno ugualmente. Misteriosi esseri tortureranno a morte lo zio e gli distruggeranno casa per sapere ove si trova il drago. Per salvarsi, e per vendicare la morte di Garrow, Eragon dovrà partire assieme al saggio Brom, per tutti solo un cantastorie, ma in effetti un potente ex Cavaliere di Draghi. Con lui intraprenderà un lungo e pericolosissimo viaggio che lo condurrà per tutto il Paese, sino a raggiungere il rifugio dei Varden, i ribelli che si oppongono al dittatoriale comando dell’imperatore Galbatorix, rinnegato Cavaliere di Draghi che ha pervertito i nobili scopi della sua casta. Durante questi mesi verrà iniziato alla difficile esistenza del cavaliere di draghi ed all'uso della magia, per la quale Eragon appare subito molto portato. Alla fine, dopo altre strazianti perdite, Eragon si troverà ad affrontare sfide sempre più ardue in questo viaggio anche di crescita interiore, in un mondo lacerato da feroci lotte.
Il Ciclo dell’Eredità, di cui “Eragon” è il primo volume, ha raggiunto fama mondiale in modo particolarmente clamoroso, tenuto anche conto che l’A. aveva solo quindici anni quando scrisse questo primo romanzo.
Il libro risulta abbastanza gradevole. La prosa scorre agevole sotto gli occhi del lettore anche se taluni brani di inutili precisazioni ne rallentano un po’ il ritmo appesantendolo. Comunque la narrazione in genere non annoia. Però "Eragon" soffre di quasi tutti i difetti che affliggono la maggior parte dei racconti fantasy post-Tolkien. Infatti si ha spesso la sensazione di trovarsi di fronte ad una collezione di dejà vu soltanto lievemente rielaborati. C’è la suddivisione manichea tra Bene e Male assoluto, ci sono i soliti elfi, bellissimi e nobili. Ci sono pure i nani, alacri fabbri e minatori oltre che ostici guerrieri. C’è il destino del giovane eroe ignaro chiamato ad un compito salvifico più grande di lui. Inoltre le schiere di mostri, seppur non costituite da Orchi, bensì dai cornuti Urgali, ricordano le centinaia di altre creature abominevoli partorite da questa letteratura di genere. A somiglianza del ciclo tolkieniano, poi, esiste pure una lingua antica con cui si compiono magie e con la quale si parla solo di alti concetti necessariamente mai falsi.
In definitiva appare come se il giovane Paolini, apprese le lezioni impartite dai grandi che lo hanno preceduto, abbia ben imparato la lezione e, messi a frutto gli insegnamenti, sia riuscito a costruirsi un suo mondo fantastico, non più disprezzabile, come inventiva e come costruzione del Mondo e dei personaggi, di molti altri similari.
In particolare è interessante l’opera di sviluppo ed introspezione svolta sul protagonista che, non ci vuol molto ad intuirlo, altri non è se non l’alter ego dell’A. In Eragon vediamo la maturazione di un giovane verso le responsabilità di un adulto e, assieme a lui, possiamo intuire la prospettiva di visione con cui un quindicenne trova a porsi nei confronti delle sfide della vita.
In definitiva questo primo romanzo della tetralogia non può certo definirsi un capolavoro, ma è un buon libro di svago ed intrattenimento, senza eccessive pretese, pur restando un’opera apprezzabile.
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Per quanto riguarda le trilogie-tetralogie sembra che siano un destino ineliminabile per i romanzi (rectius cicli) fantasy. Sarà questione di emulazione con Tolkien, sarà che l'impegno per creare un intero mondo fantastico stressi e, contestualmente, stimoli ad ambientarvi nuovi episodi, sarà che non ci sia la volontà di condensare tutto in un unico, magari, ampio racconto, ma la proliferazione è da dare per scontata.
C'è poi, chi esagera, vedi Terry Goodkind che, con il suo ciclo de "La Spada della Verità", è arrivato a 15 romanzi, o chi ha dedicato quasi l'intera vita professionale ad un Mondo fantastico, come il mio adorato Terry Pratchett (a cui debbo l'avatar), il quale, però, ha avuto il buon gusto di scrivere storie auto-conclusive, senza strascichi.
Paolini si è limitato a 4 romanzi; spero migliorando lo stile ed i contenuti con l'accrescersi dell'esperienza...
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