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FIRST IN, LAST OUT
Finalmente è giunto il momento di recensire questo fantastico libro, terzo della saga dei Caduti di Malazan scritta dal grande Steven Erikson che di recente ho avuto modo di incontrare di persona e avere il suo meraviglioso autografo sull'ultimo libro.
Memorie di Ghiaccio è un grandissimo romanzo ricco di momenti epici e indimenticabili, pieno di vicende avventurose e misteri che vengono un po' spiegati e un po' no (Erikson non vuole toglierci il piacere di scervellarci per capire le cose) e anche paragrafi di grande tragicità che spezzano il cuore, veramente.
La trama principale è la minaccia del Veggente Pannion che conduce un regime di tirannia tale da mettere in movimento le forze dell'armata dell'Alto Comandante Caladan Brood, un uomo che ha alle spalle millenni di vita e porta invece sulle spalle un martello che può cambiare il mondo, e mette in allarme anche l'Armata di Dujek il Monco, un uomo di grande competenza militare al servizio dell'imperatrice Laseen.
Le due armate da sempre rivali si uniscono in un comune scopo per distuggere il Veggente e quello che ci sta dietro al suo terrore distruttivo, aiutato da combattenti cannibali e uomini nati dal seme di persone morte. Le due grandi potenze sono aiutate da persone altrettanto potenti, alleati preziosi ma anche amici, come Anomander Rake, il Signore della Progenie della Luna braccio destro di Caladan Brood, o come il sostegno del comandante in seconda dell'Armata di Dujek, l'uomo che nelle pagine non si può non amare, Whiskeyjack, e i suoi Arsori di Ponti, un esercito formato da soldati che pensano, come si definiscono loro stessi, coloro che sono i primi ad entrare e gli ultimi ad uscire.
Il tutto è permeato di grandi misteri attorno a questa guerra: chi è la bambina Rhivi che cresce con velocità disumana chiamata Volpe d'Argento? Chi si nasconde dietro al Veggente Pannion? Cosa succede ai canali di magia che sono infettati da un morbo che rende impossibile praticarli?
Memorie di Ghiaccio mi ha lasciato senza fiato, una lettura così intensa e che richiede una grande concentrazione ma che ti lascia emozioni forti. Ci sono una marea di personaggi che adoro e non posso non provare un tuffo al cuore quando leggo cosa succede ai miei preferiti, se così si può dire perchè credo di amare quasi tutti i personaggi della saga.
Come si può rimanere indifferenti alla sofferenza del capitano Paran a cui è riservato un grande compito che deve ancora scoprire, o la rinascita del cuore che si credeva ormai pietrificato di Korlat, seconda comandante dei Tiste Andii, non si può non ridere per la finta ingenuità dell'ometto Kruppe e i suoi infiniti piani, non si può non restare a bocca aperta nel leggere le prodezze del mago Ben lo Svelto e la sua storia così..unica.
Io non mi aspettavo un'opera così bella in un'unico libro che è solamente il terzo della saga, livelli di epicità così alti che ho quasi paura ad iniziare il quarto e non ritrovare momenti simili.
Vorrei innalzare uno stendardo giallo come fa Gruntle e partecipare alla sua vendetta per i bambini innocenti che muoiono, vorrei condividere le sofferenze delI'Incudine-Scudo Iktovian per aiutarlo a compiere il suo grande compito, e vorrei bastonare forte Kallor che è il personaggio che attualmente odio molto profondamente.
Un libro che non lascia indifferenti alla grande abitilà di Erikson come scrittore e narratore e io non posso che consigliarvi per la terza volta la lettura della sua grande opera.
First in, last out. Bridgeburners