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Ancora a Hogwarts
Da tantissimo tempo sento parlare di questo libro, nel bene o nel male.
C'è chi voleva un seguito della saga e nonostante le dichiarazioni della Rowling che "non si tratta di Harry Potter 8", molti se lo aspettavano ugualmente e sono stati inevitabilmente delusi.
C'è chi si sente tradito dallo stile teatrale usato, insomma tantissime sono le critiche ricevute, ma questo libro non riceverà critiche da me.
Non nego che Harry Potter sia un libro importante per me, un libro che mi ha accompagnato durante la crescita e mi ha aperto il mondo della fantasia e anche questo sentimento gioca un ruolo fondamentale in questa lettura.
Ma andiamo in ordine.
Ho trovato intelligente la decisione della Rowling. Non ha scritto un seguito, lei stessa lo ha dichiarato più volte, ma sulla base dei suoi scritti, con l'aiuto di altri, ha creato un'opera teatrale. Un opera teatrale di successo a quanto si dice.
Diciamolo apertamente, è stata un'idea anche molto furba.
Infatti sono fermamente convinta che qualsiasi cosa avesse scritto la Rowling come seguito (o simili) alla saga di Harry Potter sarebbe stato criticato. Si sono spese troppe parole sul seguito, troppe fanfiction sono nate, alcune davvero degne di nota. Lo scrivibile è stato già scritto, ogni scenario immaginabile è stato già illustrato, ed infatti alcune delle critiche ricevute da questo libro miravano anche al contenuto che non rappresentava nulla di nuovo rispetto alle innumerevoli fanfiction.
Ma è proprio qui che la Rowling stupisce. Proprio quando non avrebbe potuto fare nulla, creaa un opera teatrale che come tale ha i suoi pregi e i suoi difetti.
Uno dei pregi e il lasso di tempo che può racchiudere un unica opera: si potrebbe parlare di un intera vita in pochi atti; uno dei difetti è che non si sono molte descrizioni.
Per quanto riguarda i personaggi, invece, credo che siano degne evoluzioni dei ragazzi che abbiamo conosciuto.
Harry è più maturo, ma predilige sempre più l'azione che non la teoria; come padre, sembra bravissimo con James e Lily (dei quali però sappiamo davvero poco) e un po' meno bravo con Albus che, a mio avviso, ha il suo stesso carattere e la sua perenne convinzione di essere l'incompreso.
Hermione, come Ministro della Magia, ha rappresentato egregiamente la sua evoluzione da ragazza più dotata del suo anno.
Ron, liberatosi dagli eventi del passato, aiuta il fratello nel negozio di scherzi. Come nella saga, è sempre lui che spezza la tensione con una battuta.
Draco è sempre il solito arrogante, forse un po' addolcito dagli anni e dalla morte di una moglie che amava.
Passiamo ora ai veri due protagonisti di questo romanzo: Albus e Scorpius tanto amici quanto erano nemici i loro genitori.
Albus è uguale a suo padre. Come lui infatti sente il peso di un destino che crede non gli appartenga, come il padre prende decisioni avventate peggiorando la situazione (si vedano ad esempio le vicende dell'Ordine della fenice).
Scorpius è un mix tra Hermione e Ron e davvero non si capisce come sia Figlio di Draco.
Manca totalmente dell'arroganza del padre, è un ottimo studioso ed è anche divertente.
Troviamo tante cose dei precedenti libri, come ad esempio la giratempo e la famosissima pozione polisucco.
Ho amato rivedere alcuni personaggi scomparsi da tempo e l'evoluzione della storia.
Ho amato anche il finale. ero così concentrata sulla storia che, nonostante lo stile teatrale, mi sono commossa.
In conclusione, ho amato tornare ancora una volta ad Hogwarts , nonostante il modo alternativo con il quale ci sono tornata.
Non considererò questo libro come un seguito di Harry Potter, ma un bellissimo assaggio del mondo magico nel teatro.
Mi piacerebbe davvero vedere lo spettacolo teatrale, sono sicura che sia splendido!!