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Albus & Harry
Sono ormai trascorsi circa ventidue anni dagli avvenimenti che hanno visto la conclusione di una delle (se non della) battaglie tra maghi più famosa della storia della letteratura: lo scontro tra Lord Voldemort e Harry Potter (e tutto ciò che ne è conseguito).
Harry ed Hermione continuano il loro operato presso il Ministero della Magia mentre Ron porta avanti la gestione dei “Tiri Vispi Weasley”. Come già avevamo appreso al termine della saga originale, dall’unione Granger-Weasley sono nati Rose ed Hugo, e da quella Potter-Ginny James Sirius Potter, Albus Severus Potter e Lily Luna Potter. Tra tutti Al è quello che più sente il peso della fama del padre. Ed è da qui che muovono le fila del testo: il giovane vive così male questo continuo essere paragonato al mago che ha salvato il mondo, che fa di tutto per scrollarsi di dosso tale macigno. Il suo unico amico è Scorpius Malfoy, serpeverde (casato a cui lo stesso presuntivamente apparterrebbe). E’ giovane ed ingenuo, talché facilmente cade nell’inganno del cattivo di turno. Ruba una Giratempo per tornare nel passato e riportare in vita Cedric Diggory e solo e soltanto dopo aver modificato gli eventi si renderà conto della portata del suo gesto.
E’ bene in primo luogo evidenziare, soprattutto per gli appassionati della serie, che questa non è l’ottava avventura di Harry Potter, o almeno non lo è nel senso classico del termine. Innanzi tutto l’opera non è un romanzo ma uno script teatrale che è andato in scena per la prima volta il 20 luglio 2016. E’ dunque composto interamente da dialoghi e atti che si intercalano tra loro sfruttando quell’atmosfera tipica del teatro. Autori della storia sono tre mani: quelle di J.K. Rowling, quelle di John Tiffany (che di fatto è il creatore della messa in scena teatrale) e quelle Jack Thorne. Se dunque decidete di leggere questa opera non fatelo aspettandovi di trovarvi nuovamente davanti all’atmosfera che i sette libri passati hanno creato. E’ un elaborato a sé stante che come tale va letto.
Circa lo stile, che dire, è scarno e non cattura. Le vicende narrate sono scontate tanto che sin dalle prime battute è intuibile quale sarà lo svolgimento nonché la conclusione dello commedia. Non nascondo di essere stata scettica sulla lettura di questo ottavo capitolo sin dal momento in cui ho saputo che era in pubblicazione, ed ahimé non posso che confermare quanto preventivato. Non mi ha colpito e non mi ha conquistato. Chissà, forse sono troppo vecchia ormai per queste favole, ma francamente non credo che il problema non sia questo visto che i romanzi di Harry Potter sono leggibili a qualsiasi età, personalmente ritengo che il quel che stona sia la formula dello script adottata che si è dimostrata assolutamente inadatta al fine. Come definire questo testo se non come l’ennesimo espediente commerciale?
Indicazioni utili
si = a chi è appassionato della saga.
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Anche no.
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