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L'anti-eroe Bilbo
Da qui inizia la storia dei Baggins che attraverserà migliaia di pagine in un capolavoro della letteratura fantasy e che ha confermato il genio di Tolkien, che non era certo uno sprovveduto, ma un uomo che ha fatto della letteratura la sua vita, e ha reso le nostre più piacevoli facendoci perdere nelle sue pagine evocative, affascinanti e spesso anche divertenti.
Bilbo Baggins è uno hobbit: gli hobbit sono esseri pacifici, tranquilli, che trovano la loro pura realizzazione nella tranquillità della loro caverna hobbit, a fumare la pipa e fare anelli di fumo, a rilassarsi a fianco ad una cuccuma fumante, a consumare svariate colazioni a base di torte, focacce e altre delizie in quantità.
Gli hobbit non sono avventurosi, le avventure procurano solo guai e portano lontani dalle loro comode e calde caverne. Non garantiscono cibo e sonno a sufficienza, non garantiscono la loro comoda routine che tanto adorano.
Così quando il vecchio stregone Gandalf, con un sottile inganno convoca una riunione inaspettata proprio a casa Baggins, con ben 13 nani affamati e assetati, proponendo Bilbo come il quattordicesimo (13 porta sfortuna...) e lo “scassinatore” il povero hobbit è disperato.
Dopo una serata faticosissima a servire te e torte ai suoi ospiti, la mattina si sveglia crede di aver sognato tutto, ma Gandalf lo riporta alla realtà e Bilbo è suo malgaro costretto (ma anche un po' curioso...) a partire all'avventura in fretta e fuoria, dimenticandosi addirittura di prendere anche qualche fazzoletto.
Qui inizia l'avventura di Bilbo che aiuterà il manipolo di nani alla riconquista del loro tesoro sotto la montagna, tesoro depredato dal malvagio drago Smog.
Bilbo in definitiva sarà fondamentale, una sorta di eroe che è però un anti-eroe. Bilbo è un essere pacifico, mite e niente è più lontano dalla sua indole.
È piccolo, più piccolo ancora dei nani, e la sua pochezza fisica in realtà è una grandezza d'animo, di onestà, di ragionevolezza. Sarà sempre lui, volente o nolente (più spesso nolente...) a tirare fuori i nani da situazioni pressochè disperate, e sarà lui a mettere pace tra l'avido Thorin, re dei nani, gli Elfi Silvani e gli umani del fiume allorchè il tesoro, liberato da Smog, farà gola a tanti...
L'unico rammarico sarà tornare a casa e scoprire che gli altri hobbit lo considereranno sempre stravagante, bizzarro e da evitare.
Ma poco importa, Bilbo alla fine sarà sicuramente soddisfatto della sua avventura...anche perchè prima di riuscire ad uscire dalle spaventose caverne degli orchi ha trovato un misterioso anello che lo rende invisibile...ha dovuto contenderlo a uno strano e spaventoso essere di nome Gollum a suo di indovinelli...ma questo anello lo tirerà fuori dai guai molte volte... e porterà...come ben sapete, ad altre favolose avventure.
Questo romanzo fantasy scritto negli trenta da Tolkien è come tutti ben sapranno una pietra miliare della letteratura del genere: destinato ad un pubblico di ragazzi è in realtà un romanzo vivace, scorrevole, veloce adatto a tutti, tutti potranno amare le sue pagine scorrevoli, le avventure ed i mondi fantastici, terrificanti e meravigliosi al tempo stesso, i suoi personaggi fuori dagli schemi e anche la sua sottile ironia.
Personaggi umani, molto vicini a noi, con forze e debolezze, in un'esaltazione della natura che ci regala pagine davvero suggestive.
Io l'ho letto tardi...ma sono convinta che questo romanzo debba essere letto dai ragazzi il prima possibile: è un romanzo senza tempo, sufficientemente lungo per affascinare ed avvincere, ma non troppo lungo da annoiare, la dose di mistero e di magia giustamente calibrata nel complesso. Personaggi ben tratteggiati, quel tanto che basta per capirli senza perdersi in descrizioni inutili.
Un lavoro a mio avviso perfetto.
L'unica pecca (pecca...se vogliamo chiamarla così) ma che mi ha fatto un po' dispiacere : non c'è traccia di personaggi femminili. Nemmeno uno.