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Djinn, tappeti volanti e sogni ad occhi aperti
Sophie, il mago Howl e Calcifer, il demone del fuoco, sono tornati. Beh, più o meno. Nella città di Zanzib, nelle terre del profondo sud, Abdullah vive la sua mediocre esistenza di venditore di tappeti, sognando a occhi aperti avventure e principesse da sposare. E quando un misterioso straniero gli vende un tappeto magico, i suoi sogni cominciano ad avverarsi. Conosce Fior-della-Notte, la figlia del Sultano, e quando la ragazza viene rapita da un mostruoso Djinn decide di salvarla. Finisce prigioniero del perfido bandito Kabul Aqba, trova un’ampolla al cui interno è sigillato un genio, conosce un vecchio soldato di Strangia, e incontra un gatto magico col suo cucciolo. E quando finalmente riesce ad arrivare a Kingsbury, e a incontrare il mago Suliman, scopre anche dove è tenuta la sua amata: il Djinn Hazruel ha trasportato per magia il castello di Howl tra le nubi, e li ha rinchiuso tutte le principesse su cui è riuscito a mettere le mani. E per riuscire a liberarle tutte, Abdullah dovrà affrontare molte altre avventure.
Il Castello in Aria, seguito del Castello Errante, ci trasporta nel mondo magico delle Mille e una Notte, tra Djinn, tappeti volanti, angeli, geni in bottiglia, profezie, parenti assillanti, castelli tra le nubi, ladroni del deserto e promesse spose un po’ cicciotte. La macedonia di elementi presi dalle fiabe, già azzeccata nel primo capitolo, torna più colorata che mai, in una storia piena di avventure e magie. Anche se il personaggio principale è cambiato, e il giovane Abdullah è il classico protagonista semplice che si ritrova in più guai di quanti abbia mai immaginato, Sophie, Howl e Calcifer tornano a far da padroni, in una veste nuova e del tutto inaspettata, ma sempre uguali a se stessi, scontrosi, avventati e un po’ troppi autocompiacenti. Ancora una volta lo stile della Wynne Jones è scorrevole, semplice e ironico, in una bellissima fiaba che vi farà ridere e sognare.