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Due maghi appariranno in Inghilterra
La società magica di York è in subbuglio, il giovane Segundus ha fatto l’unica domanda che non avrebbe dovuto fare: perché la magia inglese non funziona più? Grandi del passato hanno compiute prodezze, Martin Pale, Catherine di Winchester, Ralph Stokesey e soprattutto John Uskglass, il Re Corvo che per 300 anni regnò sopra metà dell’Inghilterra. Ma quei tempi d’oro sono finiti, o così sembra, finché Gilbert Norrell, scontroso signore del nord, non anima le statue della cattedrale. Allora la profezia è vera: due maghi riporteranno la magia in Inghilterra, uno sembra essere Norrell, e l’altro?
Norrell va a Londra, vuole ridar lustro alla magia inglese, e per farsi prender sul serio riporta in vita Lady Pole. Ma dovrà stringere un patto con il Gentiluomo dai capelli lanuginosi, e nulla è senza conseguenze. E nel frattempo, anche l’istrionico Jonathan Strange trova il suo destino, è lui il secondo mago, gli dice lo straccione Vinculus, e dovrà andare a Londra a incontrare il Signor Norrell.
Siamo nel XIX° secolo, e l’ombra di Napoleone incombe su tutta l’Europa, e ora, con due maghi al suo fianco, l’Inghilterra è certa di vincere. Così Strange, ora allievo di Norrell, parte, prima per il Portogallo, poi per Waterloo, a dar manforte all’esercito, ma mentre è via capisce che il suo maestro non gli ha detto tutto, e a lui non basta, vuole conoscere la verità: perché la loro magia non può fare le meraviglie dei maghi del passato? E cercando quel potere che sembra perso, segna il suo destino, la profezia dice che riporteranno la magia in Inghilterra, ma parla anche della loro rovina.
Jonathan Strange e il Signor Norrell è il primo, fortunatissimo, romanzo di Susanna Clarke, un fantasy forse unico, in cui realtà storica e fantastica si mischiano in un’originale narrazione fuori dal tempo. Personaggi realmente esistiti, come il risoluto Generale Wellington, il folle Giorgio III o l’insopportabile Lord Byron, fanno da spalla ai protagonisti di questa storia sulla magia, tra regni fatati, schiavi senza nome e strade nascoste dietro gli specchi. L’autrice usa un linguaggio arcaico, non solo il modo con cui i personaggi si esprimono, ma la ricercatezza del linguaggio della stessa Clarke danno la bizzarra sensazione di star leggendo un testo d’epoca vittoriana, anziché un qualcosa non molto più vecchio di una decina d’anni. E questa scelta ben s’adatta alla coltre di malinconia che pesa su tutto il romanzo. Qualcosa d’inestimabile è andato perso, qualcosa il cui valore non possiamo nemmeno più comprendere. Ma non è una lettura triste, tutt’altro, l’ironia, “l’inglesità”, il mistero e la magia, tanta magia, rendono le oltre 800 pagine piacevoli, e le note con cui Susanna Clarke correda il testo, ampliano il mondo in cui Jonathan Strange e il Signor Norrell immergono il lettore, un mondo così credibile, che sembra così vicino, che potrebbe davvero trovarsi dietro il cielo, dall’altra parte della pioggia.
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Una cosa è certa: è difficile battere gli scrittori britannici di letteratura inglese fantasy, per la fantasia e l'inventiva che riescono ad infilare nelle loro storie, mai banali.
PS Ho notato con piacere che la scheda mostra la copertina dark (nera con bordo pagina nera): un pizzico di stranezza in più!