Dettagli Recensione
UN'OPERA SENZA TEMPO
Consegnandomene una vecchia edizione quasi fosse un tesoro, i miei genitori mi dissero: “è ora che tu lo legga”. Avevo solo undici anni, ma da allora “Il Signore degli Anelli” è diventato la chiave di volta della mia passione per la lettura, che pur spazia molto lontano dal genere “fantasy”: una classificazione che mi pare assai riduttiva.
Il Signore degli Anelli è un’opera mastodontica che Tolkien costruisce con cura minuziosa, preparandolo a lungo e infine contestualizzandolo in una cornice storiografica e culturale completa.
Tolkien ci offre un mirabile racconto che intreccia vicissitudini umane quanto mai attuali con personaggi mitici, rappresentanti simbolici di un’umanità archetipica che popolano il suo mondo interno.
L’estrema abilità del Narratore consiste, a mio parere, nel sapersi rendere assolutamente trasparente. La narrazione di Tolkien non sbandiera abilità e autocelebrazione, è invece un racconto pulito e impeccabile. Ogni frase del libro è cesellata con la massima cura e al tempo stesso spogliata di qualsivoglia pesantezza. Così rimane solo il fine piacere della lettura: una lettura che ci rapisce e ci trasporta lì, nella Terra di Mezzo.
I personaggi che danno vita alla storia sono complessi, e spesso declinati nelle loro sfaccettature: Galadriel, maestosa Regina degli Elfi, mostra – quasi impercettibile – un lato oscuro, come gli Elfi in generale rappresentano sì “i buoni”, ma di una bontà complessa, suscettibile di assumere una sfumatura sinistra.
Gli Umani sono per l’appunto tali, conducono dunque le loro esistenze nel tentativo di conciliare forza e rettitudine con tentazioni, avidità, contraddizioni (Boromir, come Isildur prima di lui).
Gli Hobbit, bizzarri eroi che suscitano tenerezza e ammirazione, sono forse i più “umani” di tutti.
Il libro trascina a tratti faticosamente, quasi a concretizzare nel lettore la fatica della missione, a volte vorticosamente, e lascia senza fiato.
Il difficile viaggio della Compagnia verso la distruzione dell’Anello sembra alludere parallelamente a un viaggio nella profondità dell’animo. Incontriamo personaggi a volte salvifici, altre volte letali: esseri indefinibili in base a parametri razionali, creature plasmate dal dolore o dalla saggezza ci accompagnano attraverso boschi gai od oscuri, paludi, fiumi e torrenti, ampie distese, fino ai più oscuri recessi di Mordor, in cui ci inoltriamo - benchè con paura e reticenza - ad affrontare il più spaventoso tra gli esseri.
Infine il Bene trionfa, come nella più classica delle fiabe: ma la maestosa abilità di Tolkien fa sì che ogni creatura, immagine ed emozione restino impressi, indelebili, nella mente, voltata l’ultima pagina di questo Romanzo.
Indicazioni utili
Commenti
3 risultati - visualizzati 1 - 3 |
Ordina
|
3 risultati - visualizzati 1 - 3 |