Dettagli Recensione
I piccoli grandi eroi
Gli eroi. Dei miti, delle persone che, con i loro atti si sono guadagnati riconoscimenti e meriti in battaglia.
Gli eroi. Persone straordinarie, ammirate e rispettate.
Già, ma chi sono realmente gli eroi? Cosa fanno per meritarsi questo prestigioso appellativo?
Da questi spunti parte il romanzo di Abercrombie, ambientato in un luogo fantasioso, con due schieramenti altrettanto inventati ma, che hanno delle fondamenta nella realtà più profonda di molti popoli ed eserciti passati ed attuali.
Il popolo del Nord è il conflitto con l'esercito dell'Alleanza. Due realtà diverse, due mondi diversi che si sfidano per la supremazia. I barbari contro gli aristocratici, il popolo dei clan con valori semplici ma, sinceri contro l'esercito reale, tanto perfetto ed impostato alla vista, quanto disorganizzato ed incompetente ai vertici interni.
Molte le figure che ruotano attorno a questi due schieramenti, che ci fanno apprezzare pregi e difetti di ambedue le fazioni ma, anche se il lettore sarà portato ad affezionarsi alla figura di Curden lo Strozzato, i veri protagonisti saranno altri due:
Il principe Calder, ovvero un uomo del nord, figlio dell'ex regnante spodestato, amante della bella vita, delle bugie e degli inganni, sa ammaliare con la parola e non ha mai maneggiato un arma. E' forse lui l'eroe?
Dall'altra parte della barricata Bremen dan Grost, un nobile decaduto, che l'esercito dell'Alleanza ha redento facendogli fare una mansione che lui odia. E' lui, che buttandosi a capofitto in ogni battaglia, cercando solo una morte gloriosa, compirà atti impossibili. E' quindi lui il nostro eroe?
Un territorio di sfida insignificante alla geografia, un altura denominata "degli Eroi" (appunto..), poco da guadagnare e molto da perdere...a voi l'epilogo!
Chi lo ha detto che i romanzi fantasy debbano discostarsi dalla realtà? Francamente in questo libro ho trovato ben poco di fantasioso o di immaginario, a parte luoghi e personaggi, che hanno però una parvenza di verità disarmante.
Abercrombie ci porta nei meandri più oscuri delle guerre (passate ed attuali), ci riporta le emozioni dei soldati e le difficoltà dei generali, il tutto imbevuto di sete di potere e voglia di emergere.
Un libro i cui tratti storici e di battaglia ricordano i primi libri di Cornwell, ma che a mio parere vanno oltre il maestro del romanzo storico medievale, addentrandosi sul senso della guerra e sull'inutilità di essa, anche se va detto, questo va a discapito dell'azione e dell'iterazione fra i personaggi...francamente mi aspettavo maggiori giochi di potere e più dialoghi serrati, che vengono sostituiti da descrizioni minuziose di luoghi e strategie che, a mio modesto avviso, rendono prolisse e lunghe parti del libro.
Resta comunque una piacevole lettura che consiglio più agli amanti del genere storico che a quelli del genere fantasy (anche medievale...non fatevi ingannare...con Il Trono di Spade c'entra poco o nulla!!!)
Buona lettura