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IL FIGLIO
Speranza.
Un sentimento che ci pervade a conclusione della lettura di questo volume finale, dove gli eroi incontrati nei libri precedenti saranno tutti presenti, per formare una toccante visione del mondo e della vita fondata sulla volontà di andare avanti, per cercare di mantenere intatto ciò che si salva dal male che impregna la nostra terra.
Il primo personaggio che inizia a dare vita a questa speranza è Claire, che farà di tutto per preservare la sua umanità, rendendosi protagonista di una lotta lunga una vita per cercare di riavvicinarsi al proprio figlio naturale, strappato da lei in quanto assume il ruolo di Partoriente. Sì, Partoriente, il libro è inizialmente ambientato nella stessa società distopica di Jonas, nello stesso momento in cui egli viene eletto accoglitore di memorie. L'esistenza di Clarie però è comunque corrotta per l'inibizione che ha subito a causa della società in cui ha vissuto, e dovrà riscoprirla gradualmente. Ciò avviene nella seconda parte del libro, quella che sinceramente ho detestato. La Lowry usa un linguaggio estremamente semplice, e ciò funziona bene quando entra in contrasto con la durezza delle tematiche che spesso tratta. Ma in una buona fetta della seconda parte non succede praticamente niente di rilevante, vengono descritte scene molto comuni... e descritte con uno stile semplice c'è una noia mortale, ho trovato quasi vuoto quel pezzo, eccetto alcune scene significative. Poi la parte III è tutto un climax di tensione ed emozione. Ritrovare i protagonisti dei libri precedenti è qualcosa di unico, vederli uniti in un piccolo villaggio mentre mandavo avanti la loro vita, dopo che sono stati dei piccoli eroi. Perché la saga in effetti tratta di persone "speciali", le quali si oppongono alle regole della società mandando un messaggio di speranza. E allo stesso modo si conclude la saga. Non ci sarà un evento che ricollegherà tutti gli eventi precedenti, anzi vengono ricollegati molto meno rispetto a quel che ci si aspetta. Stavolta c'è finalmente un lieto fine, trasmesso con eleganza ed energia attraverso uno scontro tra un personaggio malvagio (di cui non svelo nulla per non fare spoiler), simbolo del male che si annida e persiste nel mondo, e uno dei nostri cari protagonisti (anche qui non dico di chi si tratta).
Il ciclo distopico della Lowry non è tratta una della classiche saghe che troviamo in circolazione, possiede uno sviluppo della trama molto poco collegata tra un volume e l'altro, se non per il valore simbolico che assume i protagonisti di ogni storia. È una qualità che potrebbe piacere o no, io l'ho apprezzata. Rappresenta una potente novità nel panorama attuale, dove i distopici per ragazzi si assomigliano tra di loro...
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Commenti
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Grazie mille :)
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