Dettagli Recensione
Lasciate in pace i bambini
Questo primo volume dell'interminabile soap opera di Martin era sul comodino di mio marito da alcuni giorni. Il segnalibro fermo sempre allo stesso punto. Incuriosita ho iniziato a leggere il prologo e poi il primo capitolo e così via tutti gli altri fino alla fine del primo volume e del secondo (ovvero il primo libro in lingua originale). Lo stile di Martin è ineccepibile: le scene sono descritte molto bene ed il lettore ha la netta sensazione di essere presente lì dove ha luogo la storia, riesce a sentire gli odori, il freddo o il caldo, la sensazione di disagio. E non a caso Martin è uno che si è occupato e si occupa della scrittura di sceneggiature. Ben caratterizzati anche i personaggi . Ben curati i dettagli: con una lettura attenta dell'opera il lettore riesce ad intuire le soluzioni del giallo che di fatto è il filo conduttore del primo libro, ovvero il motivo dell'uccisione del maestro di lord Stark. Questo grazie ad una cura estrema nei particolari: tutto quanto viene descritto da Martin ha una coerenza assoluta, nessuna nota stonata, tutto è perfettamente armonizzato, tutto si spiega, tutto trova una sua ragione di essere, ogni dialogo, ogni battuta che sembra detta per caso. Nonostante questo il romanzo non mi è piaciuto per una serie di motivi che elencherò di seguito. Innanzitutto è eccessivamente lungo e manca ancora di un finale: mi chiedo se Martin abbia una qualche idea di come far finire il tutto oppure se ad un certo punto manderà un meteorite dal cielo (tipo estinzione in massa dei dinosauri). Secondo, come fantasy è un po' troppo poco fantasy: il prologo inzia con gli zombie... poi non ci sono più e compaiono per un misero capitoletto solo alla fine del secondo volume; di fantasy ci sono solo i racconti -sempre interrotti- della vecchia balia della famiglia Stark (avvincenti comunque). Terzo, dovendo leggere una storia di ambientazione medioevale (Stark=York e Lannister=Lancaster non a caso, e Drogo=Gengis Khan) preferisco di gran lunga Ivanohe di Walter Scott al quale, a mio avviso, Martin ha preso forte ispirazione (vedi ad esempio il racconto della giostra con tutti i suoi tornei). Quarto, il motto di casa Stark è "l'inverno sta arrivando" ma non si riesce a capire quali regni effettivamente risentiranno di questo inverno, sembra infatti che in alcuni regni sia perennemente estate (maggiori dettagli non erano male per mantenere credibile la storia). Quinto, le scene sono violente -troppo violente- non c'è capitolo dove non ci sian qualche stupro, qualche uccisione o qualche abuso/sopruso: posso accettare la violenza nei libri, ad esempio, di Isabel Allende e in quelli di altri scrittori impegnati a fare arrivare il proprio messaggio di denuncia, ma non la violenza gratuita in quelli di Martin dove non vi è alcun messaggio di denuncia, anzi in alcuni casi sembra voler giustificare la violenza (ad esempio Drogo giustifica gli stupri inferti alle donne "agnello" dai propri condottieri dicendo che devono essere intesi come un onore...). Sesto, non c'è quasi mai amore nei rapporti, solo morbosità. Settimo, e più importante, i personaggi di Martin sono bambini: Daenerys, Sansa, Joffrey, Arya, Robert ecc. sono soltanto dei bambini: avrei preferito di gran lunga -e sarei meno indignata nei confronti di Martin- se l'età di tutti loro fosse stata aumentata di una decina d'anni (e non vale la scusante che in epoca medioevale tutto succedeva prima, perchè allora Martin non avrebbe dovuto introdurre vecchietti allupati di quasi novant'anni che riescono ancora ad avere figli da mogli sedicenni: non avevano ancora inventato il viagra nel medioevo). Posso solo concludere che il romanzo di Martin, anche se scritto bene e curato, mi ha disgustato. Ed ha disgustato anche mio marito che aveva smesso di leggerlo molto prima di me.