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In bilico tra bene e male
E' mia abitudine da lettore incallito alternare una lettura densa e di spessore a letture più leggere e d'evasione.
Dopo l'incantesimo vissuto con "Cecità" di Saramago ho voluto puntare a tutto altro genere e stile, scegliendo un fantasy di cui avevo sentito ben parlare, " Half Bad" della esordiente Sally Green.
Posso anticipare che la sua lettura mi ha catturato e mi ha lasciato soddisfatto.
Questo libro è un racconto che non vuole strizzare l'occhio ad Harry Potter, ormai divenuto canone indiscusso della letteratura fantasy mondiale, ma anzi posizionarsi su un fronte ben diverso, quasi di contrasto ai toni gotici ma comunque garbati della celeberrima serie.
In "Half Bad" il protagonista, Nathan, è un reietto, odiato e mal visto da chiunque, persino dai suoi stessi familiari per il fatto di essere il figlio di un mago nero, Marcus, mietitore di centinaia di vite e spietato criminale.
Dalla più tenera età, fino alla piena giovinezza, Nathan è vittima di continui abusi, maltrattamenti e perversioni, fino ad arrivare alla tortura che lascerà segni indelebili sul suo corpo.
Tutti credono che la natura maligna del padre si celi dietro ai bei lineamenti del figlio, irrimediabilmente.
Tutti credono che egli, non appena svilupperà i propri poteri, li utilizzerà per i fini più perversi.
Ma è davvero così?
Nathan ha davvero ereditato la propensione al male, così come ha ereditato le grandi capacità magiche del padre?
O piuttosto il marchio indelebile che la società gli ha impresso rispecchia l'incapacità di andare oltre le semplici apparenze?
Il titolo dell'opera . " Half Bad" cioè " Per metà cattivo", contiene in nuce quello che è il filo conduttore dell'intero romanzo: la ricerca della identità personale in una società che non ha pietà alcuna per chi è diverso.
Ho trovato molto interessante il fatto che in una storia fantasy si riesca a trattare un tema così delicato, attuale e drammatico senza scendere in prevedibili banalità. Il pregiudizio nel mondo magico altro non è che una metafora per i tanti pregiudizi, piccoli o grandi, che troviamo affibbiati a noi tutti, nella nostra quotidianità.
Altro aspetto che ritengo da dover sottolineare è poi l'utilizzo che si fa della magia. In " Half Bad" è molto meno evidente, più silenziosa e impalpabile che non in altre sage fantasy ben più famose. Sembra quasi che non vi sia.
E' come se l'autrice abbia preferito utilizzarla il meno possibile, per dare più ampio spazio alla travagliata vicenda intima del protagonista.
Mancano scene epiche ed incantesimi, manca quella fascino magico che io ho sempre apprezzato in nell'architettura innalzata dalla Rowling.
La magia c'è, ma non aiuta in alcun modo i protagonisti. Nathan è da solo e solo sulla propria forza d'animo può contare.
Quanto ai punti deboli devo dire che ce ne sono svariati.
Innanzitutto ho trovato un po' troppo grezzo, poco limato, lo sviluppo dell'intreccio. Nel suo insieme è ben congegnato ma avrei gradito una maggiore cura nel descrivere il mondo di cui Nathan fa parte o il suo rapporto con alcuni personaggi, aspetti importanti ma che rimangono al margine. Ho avuto l'impressione che qualche pagina sia stata scritta in maniera un po' sbrigativa, con poca profondità soprattutto nei dialoghi. Si tocca persino il tema dell'omosessualità, ma lo si fa in maniera ambigua, poco chiara, tanto da risultare quasi insensato ai fini della trama. Insomma avrei gradito una stesura ben più curata del romanzo.
"Half Bad" fa parte di una trilogia e di certo leggerò il seguito non appena sarà disponibile. Spero che la penna della Green migliori e che vengano sfruttate le potenzialità dimostrate.
Per ora, posso assicurarvi che la scelta di Nathan tra bene e male è molto meno scontata di quanto possa apparire.