Dettagli Recensione
Senza infamia e senza lode: poteva essere migliore
E’ molto difficile recensire un’opera divenuta un best seller dalla fama internazionale ed approdata ormai al cinema. Solitamente si finisce per adorarla o per odiarla senza via di mezzo. Personalmente ho letto il romanzo –anzi tutti e quattro i romanzi , pazientando un po’ per l’uscita nelle librerie italiane del quarto e ultimo volume della quadrilogia Breaking Down - diversi anni fa. Mi è piaciuto solo il primo libro e solo fino a metà volume. Ho continuato a leggere gli altri solo per una mal posta infatuazione nei confronti dell’opera della Meyer.
Volendo sorvolare sulla presenza di melensi vampiri scintillanti, licantropi ridotti quasi a teneri lupacchiotti ed italiani assetati del sangue di turisti americani, il primo libro della saga tratta sostanzialmente la storia d’amore tra due adolescenti, una vera adolescente –la protagonista Bella- e un pseudo adolescente, ovvero la bestia di turno, il vampiro Edward. Pseudo adolescente perché in realtà Edward dovrebbe avere circa un centinaio di anni, peccato che i suoi gusti in termini di donne, il modo di affrontare i problemi esistenziali e così via siano quelli di un adolescente diciasettenne e non quelli di un uomo saggio. La storia d’amore tra i due è ostacolata innanzitutto dalla diversità della loro natura, lei umana e lui vampiro. Il lettore si aspetta a questo punto, come felice epilogo della storia, che si verifichi quell’evento grazie al quale la storia d’amore tra i due ragazzi diventi finalmente coronabile. Tuttavia la Meyer ripropone questo schema, ovvero ostacolo seguito da superamento dell’ostacolo, fino alla noia. Personalmente, avrei preferito un romanzo alla Jane Austen dove la narrazione finisce con l’inizio della storia d’amore.
La prima metà del romanzo narra infatti la nascita della storia d’amore tra i due protagonisti, la maturazione del loro amore e per finire il superamento dell’ostacolo - primo ostacolo per l’esattezza - quello cioè della tentazione di Edward di uccidere lei per dissetarsi con il suo sangue. Il tutto viene ambientato in un piccolo paesino di periferia. Lei è la nuova, appena arrivata alla scuola locale e, come succede in questi casi, desta l’attenzione generale (soprattutto di bulli –come è ovvio succeda- e di vampiri). Lui è l’altro pesce fuor d’acqua. Bravissima la Meyer in questo caso a descrivere l’ambiente di provincia e a delineare i tratti dei personaggi secondari, molto credibili. Il pathos della prima parte della storia, narrata molto bene a mio avviso, viene a crearsi per le conoscenze pregresse che il lettore ha sui vampiri –quelli veri. (ATTENZIONE IL SEGUITO CONTIENE SPOILER) Dopo questa prima parte, la Meyer è andata –peccato – ben oltre, inserendo le presentazione con i genitori di lui e di lei, alcuni vampiri di passaggio e una grottesca e noiosissima caccia all’uomo. Questo solo nella metà del secondo volume. Nei tre libri che completano la quadrilogia la storia d’amore tra Bella ed Edward inizia a diventare sempre più melensa e improbabile, stile soap opera, dove i personaggi perdono di carattere diventano delle caricature di loro stessi. Tuttavia, a favore della Meyer va detto che l’opera non è mai volgare e non sono presenti scene che ledano la dignità delle persone.