Dettagli Recensione
L'opera massima di Tolkien
Da cosa veniamo attratti quando scegliamo di leggere un libro di cui non sappiamo niente? Cos'è che fa cadere la nostra scelta su uno piuttosto che su un altro? La trama? La copertina? La lunghezza? A volte sì, la copertina di un libro è uno dei fattori determinanti, perché se essa è particolarmente attraente, capita anche di mettere la trama al secondo piano. Come pure è importante la lunghezza, perché alcuni preferiscono romanzi brevi, mentre altri, come me, i cosiddetti "mattoni". Tuttavia, de Il Silmarillion non mi ha colpita nessuna di queste cose, né la trama, né la lunghezza, né la copertina, ma il titolo, il nome Silmarillion: trovo che sia di una musicalità e di un'eleganza senza paragoni, e se anche potrebbe risultare uno scioglilingua, non ho mai smesso di esserne ammaliata. È stato questo nome, insieme alla grande fama del libro stesso, nonché alla sua storia, che mi ha convinta a leggerlo (anche se non avrei avuto bisogno di chissà che incentivi, essendo un'appassionata de Il Signore degli Anelli).
Il Silmarillion non è un romanzo nel senso stretto del termine, essendo una raccolta di diversi racconti divisa, nella struttura del libro, in cinque parti, di cui le prime tre legate tra loro, mentre le ultime due, come ha precisato Christopher Tolkien, figlio di J.R.R., sono completamente indipendenti, inserite nel libro solo per esplicita volontà del padre.
Troviamo quindi Ainulindalë, Valaquenta, Quenta Silmarillion, Akallabêth e Gli Anelli di Potere e la Terza Età.
Ainulindalë è una sorta di Genesi, che descrive come Eru abbia dato vita a tutte le cose tramite melodia, compresi gli Ainur, gli esseri perfetti, e ci spiega come sono nati i Primogeniti, ovvero gli Elfi, e i Secondogeniti, gli Uomini. Inoltre introduce la figura di Melkor, il ribelle, il futuro padrone di Sauron.
Valaquenta approfondisce le figure dei Valar e dei Maiar, i migliori tra gli Ainur. Sauron stesso era uno dei Maiar, interessantissimo quindi dedurre che da principio fosse un essere buono e di grande bellezza, corrotto poi da Melkor e passato sotto le spoglie a noi famigliari dell' Occhio di Fuoco. In questa sezione troviamo anche la storia dell'origine dei Balrog, degli orchi e degli Istari, gli stregoni, come Gandalf e Saruman.
La terza parte rappresenta il cuore del libro: Quenta Silmarillion racconta gli avvenimenti più importanti della Prima Era, tra cui quello della forgiatura dei Silmaril, le tre gemme sacre, e della loro riconquista. Assolutamente meraviglioso il racconto di Beren e Lúthien e del loro amore. Vorrei sottolineare l'importanza di questi due personaggi perché sulla propria sepoltura e su quella di sua moglie, Tolkien fece scolpire i nomi di questi due innamorati affianco ai propri, gesto significativo di quanto fossero importanti per lui.
Con Akallabêth il racconto diventa un pó piu concreto, in quanto l'attenzione si sposta dagli eterei Elfi alla stirpe di Númenor, gli Uomini, e alla fondazione, da parte di Elendil e dei suoi figli, dei regni di Gondor e Arnor. Ci avviciniamo quindi ad un territorio di cui sappiamo delineare i confini.
L'ultima parte, Gli Anelli di Potere e la Terza Età, ci porta poco indietro rispetto all'epoca in cui viene ambientato ISDA. Ci racconta come Sauron abbia creato gli Anelli del Potere, ma soprattutto l'Unico Anello, e ci descrive la sua creazione e la sua distruzione da parte di Frodo. Come potrete immaginare, in queste ultime pagine fanno la loro comparsa gli Hobbit e altri personaggi che conosciamo bene.
È un libro complicato, profondo, scritto con un linguaggio colto e raffinato, pieno di rimandi filosofici e letterari, ispirati alla Bibbia, a Omero, a Platone, ai miti e alle antiche lingue, come l'inglese arcaico o il finnico. A volte è prolisso, eccessivamente preciso nelle descrizioni, ma questo non toglie nulla alla genialità della storia e dell'autore. È assolutamente indispensabile leggerlo per capire a fondo il mondo antecedente a ISDA: ritroverete le origini dei personaggi di cui ci siamo innamorati nella famosa trilogia, ad esempio Galadriel e Gandalf, saprete perché Sauron è diventato quello che è, conoscerete la creazione degli Orchi e dei Nani, dei regni e dei luoghi a noi cari. Conoscerete le genealogie, tutti i nomi dei re e dei grandi personaggi di cui non avevate mai sentito prima, scoprirete delle vere perle nascoste che vi faranno apprezzare ancora di più la Trilogia dell'Anello.
Non saprei se consigliare di leggere prima Il Silmarillion e poi ISDA o viceversa; l'unica cosa certa è che, se davvero amate Tolkien e vi siete innamorati della Terra di Mezzo, non potete non leggerlo; prima o dopo, non ha importanza, fatelo.