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Parabatai... un amore che non conosce limiti
Quando ho iniziato questa saga, non mi aspettavo molto dal momento che quella principale non mi era piaciuta granché; invece, ho dovuto ricredermi. Le Origini mi hanno coinvolto molto più di quello che pensavo e alla fine di questo libro mi sono ritrovata in lacrime.
La storia è carina e scorre abbastanza velocemente senza grandi rivelazioni per la maggior parte del volume. I personaggi secondari, che avevano conquistato una propria e definita personalità già nel secondo capitolo, continuano qui la loro avventura, salutata con affetto e gioia dal lettore. Tra questi mi hanno colpito in particolare i fratelli Lightwood e la giovane Sophie. Tornano Magnus Bane e Woosley Scott che avevano fatto una così bella riuscita nel libro precedente, ma ciò che rende davvero unico la Principessa, a mio parere, è il personaggio di Jem e, di conseguenza, il triangolo amoroso ed il finale.
Personalmente, ero (e sono ancora) stufa di queste situazioni a tre, tuttavia, quello creato dalla Clare mi ha davvero colpito. Non tanto per la ragazza, che a dir la verità, si comporta più o meno come tutte le altre belle che non riesce proprio a scegliere tra i due, quanto piuttosto per il legame tra Will e Jem. E’ qualcosa che mi ha fatto battere il cuore come null’altro è riuscito a fare in questa saga. L’affetto che provano l’uno per l’altro, l’amore senza il quale nessuno dei due sarebbe riuscito a sopravvivere e a diventare ciò che è. Ed è proprio per questo che quando arriva l’inevitabile e al contempo inattesa (non svelo perché) separazione tra i due è a dir poco straziante; almeno lo è stato per me che ho da subito adorato Jem. Credo che sia in assoluto il miglior personaggio mai creato da questa scrittrice: lui è unico e non so proprio come sia possibile non amarlo. E’ buono, gentile, saggio, dolce, paziente, delicato oltre ogni dire, mette sempre la felicità degli altri prima della propria… insomma, l’ho adorato!
In questo contesto si inserisce Tessa, che ama entrambi (e questa non è una gran novità) e che, senza dover fare alcuna scelta, si ritrova a vivere il suo amore… non svelo con chi. La “prima” conclusione l’avevo prevista e mi ha fatto arrabbiare e piangere perché avrei voluto che non fosse così, tuttavia, nell’epilogo le cose cambiano e, per quanto mi riguarda, decisamente in meglio. Inizialmente non mi ha granché soddisfatto: mi sembrava che Tessa, e al contempo la Clare, se ne riuscissero ad uscire troppo a buon mercato (non posso dire per quale motivo), ma riflettendo, la cosa non mi ha dato poi molto più fastidio, anzi, ha assunto quasi un suo perché: Tesse è immortale, sarebbe crudele condannarla ad una vita d’infelicità; i due parabatai si amano, e questa è una realtà che NULLA potrà mai cambiare.
Per quanto riguarda il resto, ho trovato qualche nonsense che negli altri libri non c’era, ma non si è trattato di nulla di grave. In qualche caso il nome dei personaggi muta, ad esempio Cecily diventa Sophi e questa è una cosa un po’ più grave.
Molto, molto belli i crossover con la saga principale; in realtà si tratta di piccole cosa ma, non so perché, le ho apprezzate tantissimo.
A conclusione di questa saga, tuttavia, c’è ancora una cosa che non ho capito: per quale motivo i Nascosti si sono sottomessi a Mortmain se era solo un umano?Posso capire la signora Black dopo la decapitazione, ma quando era ancora viva e vegeta insieme alla sorella? E de Quincey?Perché segue i suoi ordini??
Per terminare, il libro è bello, ma ciò che davvero lo rende speciale, a mio parere, è il rapporto tra i due ragazzi e la conclusione decisamente imprevedibile. Se cercate qualcosa da leggere, tenetelo in considerazione, ma preparatevi alle lacrime.