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Il diamante e il rubino
“Era stato il conte di Saint Germain a inventare i viaggi nel tempo controllati con l'aiuto del cronografo e sempre lui aveva dato l'ordine bislacco di inserire assolutamente tutti i dodici viaggiatori nel tempo nel cronografo. La domanda cruciale era questa: che cosa sarebbe accaduto quando i dodici viaggiatori nel tempo fossero stati inseriti e il cerchio si fosse chiuso? Nessuno sembrava saperlo con precisione.”
Gwendolyn, novella Viaggiatrice nel tempo, suo malgrado, ha imparato a controllare il suo potere e, con l’aiuto di Gideon, cerca di dare una risposta a questa domanda chiave.
Non sa però che lei è una pedina importantissima al fine della risoluzione dell’enigma e che sia il conte che Lucy e Paul saranno i burattinai che muoveranno i suoi passi sulla scacchiera. Ma chi è dalla parte giusta? E chi vuole farle del male?
In questo secondo capitolo Gwen riesce a prendere in mano, almeno in parte, la situazione, sottraendosi al gioco in cui tutti le dicono cosa fare: in un viaggio all’indietro nel tempo, incontra per caso suo nonno, da giovane, che le darà una mano nella sua ricerca della verità.
Per il resto la sua vita gira intorno a delle costanti: l’odiosa e spocchiosa Charlotte, che non perde occasione per metterla in imbarazzo, l’apprensiva madre, che vorrebbe sottrarla a quel mondo che sembra odiare, la fedele Leslie e, ultimo ma non ultimo, Gideon, il suo dolce tormento, che un giorno la bacia e l’altro la disprezza. Insomma, routine.
Però in questa apparente calma piatta, salta fuori una perla di vivacità: il simpaticissimo e dolcissimo Xemerius, il doccione di Belgravia, col musetto da gatto, un piccolo demone che solo Gwen riesce a vedere e che darà una nota allegramente ironica al libro. Oso dire che è il personaggio che mi è piaciuto di più in assoluto dell’intera trilogia.
Tra trasmigrazioni, lezioni di ballo e baci rubati, il mistero intorno a Gwen si infittisce: tutti affermano che Paul e Lucy, la cui identità sembra non essere più tanto certa, siano dei traditori, colpevoli di aver rubato il cronografo e di voler impedire che il cerchio si chiuda..ma è davvero così? E se loro volessero solo svelare un inganno ben orchestrato da qualcun'altro nell’ombra? Il vero traditore?
Quando la profezia sarà compiuta “l'aquila sorgerà, l'umanità vincerà la malattia e la morte e ci sarà l'alba di una nuova era.” Ma se questa fosse una bugia?
Il finale ci lascia con una bella dose di dubbi che sembrano racchiusi in pochi semplici, ma importantissimi versi:
“Il corvo, nel suo rubino volteggiare,
tra i mondi sente i morti cantare,
non conosce la forza, il prezzo ignora,
si leva il potere, chiuso il cerchio è allora.
Il leone, fiero volto di diamante,
incantesimo che offusca la luce folgorante,
al calar del sole arreca mutamento,
la morte del corvo palesa il compimento.”
A differenza del primo libro, un po’ lento, questo secondo volume è più vivace, non solo per l’introduzione del personaggio di Xemerius, a mio avviso impagabile, ma anche perché l’avventura si fa, finalmente, più movimentata. Inoltre il finale lascia tante domande insolute, quindi si ha voglia di continuare a leggere il seguito.