Dettagli Recensione
"La vendetta è una scienza o un'arte?"
Era una notte buia e tempestosa...no, un attimo, questa non è una fiaba in cui il principe corre a salvare la sua bella sotto la pioggia. Sì, lo so, è notte e imperversa una terribile tempesta, e c'è anche un principe sulla scena, ma questa non è una fiaba. Ci dovrebbe essere un termine apposta per storie come questa: antifiaba? controfiaba? Antifiaba potrebbe andare.
Mi appresto quindi a raccontarvi questa insolita storia: principe Honorius Jorg Ancrath, 10 anni, impalato nelle spine di una macchia di rovi, impossibilitato a muoversi, assiste ad un terribile ed efferato assassinio, senza poter alzare un dito per intervenire. Quella notte diventerà il suo incubo e il suo tormento: il trauma subìto lo lascerà a pezzi nel corpo e nello spirito.
Ma qui non stiamo parlando del classico eroe che, in barba a tutta la ragionevolezza, si salva e ne esce illeso, assolutamente no: qui abbiamo un bambino che fino a poche ore prima era cullato dalla dolcezza dell’infanzia e che all’improvviso, sotto una scarica di fulmini, diventa un guscio vuoto senza più alcuna umanità, senza sentimenti, senza rimorso, senza coscienza. Il piccolo principe Jorg si trasforma in un incubo nero, più nero dei suoi tormenti, più nero della notte, più nero della morte.
Sopravvissuto per miracolo, abbandonerà il castello di cui è legittimo erede, e si unirà ai criminali della strada: ruberà, ucciderà, stuprerà e si divertirà a farlo. L’unico barlume di contorta umanità che gli rimane è uno: la terribile vendetta contro l’assassino.
Per quattro anni percorrerà le strade polverose del regno, a capo dei Fratelli, una banda di mostri senza scrupoli, fin quando non sentirà che è arrivato il momento di tornare dal suo caro padre, il re, per rivendicare ciò che è suo. Ma non vi aspettate un padre amorevole: forse è proprio lui il più bastardo di tutti (mi perdonerete il termine, ma ci sta tutto), pronto ad inviarlo in una missione suicida, per toglierselo dai piedi, suoi e di quelli della sua nuova regina. E così che vedremo Jorg affrontare strane creature, negromanti, fantasmi e profetesse. E contro tutti i pronostici ne uscirà vincitore. Ma di nuovo: non aspettatevi squilli di tromba e standing ovations per lui.
Jorg si prende quello che vuole e basta, senza cerimonie e senza fronzoli.
Che dire di questo libro allora? Credo fermamente che sia un libro molto “maschio”, cioè adatto più ad un pubblico maschile che femminile, pur non escludendo che una donna possa apprezzarlo ugualmente. Il protagonista è brutale, crudo, folle, cinico, a tratti psicopatico; non c’è spazio per le smancerie e gli occhi a cuoricino; il suo unico credo è : il fine giustifica i mezzi, qualunque tipo di mezzo, che sia l’omicidio, lo stupro, il furto non importa. Nessun rimorso, nessuna coscienza da bruciare, nessuna redenzione finale.
Il protagonista mi è piaciuto proprio per questo: non è un eroe, anzi, è tutto ciò che un eroe non è e questo è sicuramente una bella nota originale in un mare di personaggi letterari tutti uguali. Nonostante lui mi piaccia molto però, ho trovato inverosimile che un ragazzino di 14 anni, pur essendo principe, guidi una banda di assassini, che sia alto 1.80 cm, che possa andare a donne e che, pur essendo mentalmente contorto, sia così lucido nelle sue decisioni.
Secondo punto a sfavore: il racconto procede a scatti, con alcuni passi morti che mi hanno fatto perdere il filo del discorso e altri che invece ho dovuto riprendere perché non avevo capito la transizione da una parte all’altra.
Nonostante queste due sbavature, mi sento comunque di consigliare il libro, perché il protagonista va capito, va interpretato e solo dopo, si può dare un giudizio obiettivo su di lui. Quindi lascio a voi la decisione di elevarlo ad antieroe per eccellenza o sotterrarlo come un oscuro baule pieno di terribili segreti.