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Il silenzio e il grido di Kvothe
Mi sento di paragonare questo libro ad un bracciale d'oro pieno di pietre preziose, poste ad intervalli regolari una dall'altra, dove per oro intendo la trama e per gemme intendo i colpi di scena e i punti salienti che brillano grazie al nostro protagonista Kvothe, altrimenti conosciuto come Edema Ruh, Maedre, El'lir, Dulator, Shadicar, Ditoleggero, Seicorde, Kvothe il Senzasangue, Kvothe l'Arcano e Kvothe il Regicida.
Ogni gemma incastrata nella trama della sua vita e della storia ci chiarirà il motivo dell’assegnazione di ogni nomignolo e di come e perché è arrivato a conquistarlo. Da ciò potete dedurre che ne ha combinate veramente delle belle!
Ma chi è il nostro Kvothe? Di sicuro non il triste locandiere che si spaccia di essere, proprietario di una taverna in uno sperduto villaggio di una sperduta regione di uno sperduto regno di fattezze pseudo medievali. La sua monotonia e quella del suo aiutante Bast (anch'egli sotto "falsa copertura") viene spezzata dall'arrivo di Cronista, famoso scriba, che vuole raccogliere le memorie del grande, grandissimo, mitico, leggendario Kvothe, il quale, riluttante da principio, accetta poi di collaborare. Si dipana così, a partire dall’originale trovata di far raccontare al protagonista i propri ricordi, la storia della vita di Kvothe, straordinario artista di strada, la cui vita viene sconvolta da una tragedia che gli segnerà l’anima in modo irreversibile. Nell’ovattato dolore autoimposto alla sua mente, Kvothe, poco più che bambino, imparerà a combattere, a sopravvivere, ad arrangiarsi per non soccombere. E quando deciderà di far riaffiorare i ricordi tenuti sopiti per tanti anni, la sorda sofferenza verrà sostituita con un sentimento più bruciante: la rabbia e quindi la ferma volontà di vendicarsi, di uccidere chi gli ha portato via la sua infanzia e la sua dolce ingenuità.
Già arrivata a questo punto ho incontrato, nel mio cammino immaginario, tante piccole pietre preziose che definiscono il carattere di Kvothe, ma è il suo esame di ammissione all’Accademia, tempio della cultura e delle arti magiche, che ci pone davanti il primo vero diamante: fantastico, indimenticabile e assolutamente brillante.
Da questo punto in poi sarà tutto un crescendo: la sua musa Denna, il suo acerrimo e odioso nemico Ambrose, la prima lezione di Kvothe ai danni del Magister Hemme, il luminoso successo come artista, le canne del talento conquistate, i tentativi di ucciderlo sventati, la misteriosa bestia del fuoco blu e, ultima ma non ultima, l’acquisizione di un grande potere.
Il fatto poi che il racconto danzi tra passato e presente non fa altro che accentuare ulteriormente la voglia del lettore di saperne di più, soprattutto per merito di uno schema fisso che ho notato ripetersi costantemente: alla fine di ogni capitolo riguardante il passato, il racconto ( e da qui ne deduco l’abilità dell’autore) ci lascia con un punto interrogativo che ci spinge a leggere più in fretta, perché l’attrazione del lettore nei confronti della risoluzione del mistero diventa assolutamente irresistibile.
Inoltre il finale del libro si ricongiunge al suo inizio in un cerchio che si chiude così com’è iniziato: due liuti, due prepotenti, due reazioni diverse alla violenza. Non ci lascia con un colpo di scena sconvolgente, ma con tanti piccoli assaggi su quella che sarà la continuazione della storia.
Ho trovato incredibilmente affascinante il protagonista, con la sua arguzia, la sua lingua tagliente e il suo talento fuori dal comune: nonostante le difficoltà non perde la sua inventiva e anche quando sembra nei guai fino al collo non si arrende; ma soprattutto quando vince, e vince da vero eroe, non si gonfia d’orgoglio per gli applausi e la fama, ma rimane con i piedi ben piantati a terra, perché conosce il sapore della miseria e di quanto velocemente può tornare a farsi viva.
Ottimo il ritmo del racconto, le sue quasi 900 pagine scivolano via facilmente e personalmente non vedo l’ora di affrontare le altre 1000 pagine che mi aspettano sul comodino, perché già mi manca terribilmente il racconto delle avventure di Kvothe dai capelli rossi come il fuoco e dalla volontà ferrea che riesce a piegare al suo volere il vento.
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E da anni che so che devo leggere questo libro. L'ho conosciuto grazie a Piero, che e' a tutti gli effetti il Mister Fantastic di Q.Libri, e ora vedo che la scheda di questo libro ha ben 11 recensioni all'attivo, tutte positive peraltro. E dopo una recensione cosi bella la voglia di leggerlo non può che aumentare :)
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