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La matassa dei misteri si scioglie
Quinto e ultimo volume della serie Fever, "La rivelazione dell'antica carta" tira tutte le fila ingarbugliate dei misteri di Mac e della sua ricerca del Sinsar Dubh, malefico libro che insegue dall'inizio del primo libro. Il finale del quarto, come quello del terzo, mi aveva pietrificata per lo shock e lasciata ad arrovellarmi il cervello. Le circostanze costringeranno Mac ad affrontare i suoi demoni e i suoi sentimenti e proprio questa analisi interiore la plasmerà in una nuova creatura, totalmente diversa dalla Mac-Barbie che avevamo conosciuto in principio: la rabbia diventerà la sua fede, la sua legge, il suo essere; diventerà una macchina di morte, forgiata nel metallo indistruttibile della disperazione; spegnerà tutti i sentimenti e si sintonizzerà su una sola frequenza, la vendetta; spietata, fredda e risoluta non si fermerà fin quando non sazierà la sua sete, a costo di distruggere il mondo.
In questo turbinio di sentimenti, le domande irrisolte rimangono ancora tali: chi è Mac? e Barrons? e chi è davvero il cattivo? La prima parte non risolverà nessuno di questi enigmi, ma in compenso ci sarà un colpo di scena tale che ho dovuto rileggere gli stessi passi tre volte per essere sicura di quello che stavo leggendo. Con il fiato in gola finisce la prima parte e inizia la seconda: in questa, assisteremo a delle scene molto intense, in cui non sarà chiaro se tutto ciò che ci viene descritto è la realtà o un'illusione, in cui finalmente si faranno confessioni importanti, in cui saranno sbrogliati dei misteri, ma per ognuno di questi che si scioglie se ne annoderanno altri tre.
Proprio sulla matassa intricata di queste domande, che si rincorrono per trovare risposta, si basa la seconda parte del libro: come nella realtà in ogni oscurità c'è un pò di luce e in ogni luce c'è un pò di buio, così sarà per i nostri protagonisti; non sapremo da che parte posizionare i buoni e i cattivi, perchè le loro identità verranno strappate, incollate, mescolate, distrutte e ricomposte in un puzzle che non conferma le nostre convinzioni. E proprio questo è il fulcro di tutto: le nostre convinzioni saranno sbattute da una parte all'altra e saremo talmente confusi da non riuscire più a posizionare le pedine sulla scacchiera della dicotomia bene/male.
La parte terza ci bombarda ancora: un altro shock, un'altra tremenda verità. Ma sarà la verità? O l'ennesimo inganno che l'autrice ci piazza nella mente?
Nella quarta parte Mac non farà in tempo ad accettare la sua identità, che le sue sicurezze vengono sconvolte per l'ennesima volta, rischiando di fare impazzire lei e di far impazzire anche noi. Ci chiederemo: quand'è che sarà la volta buona? Vivremo sulle montagne russe delle emozioni: la realtà e l'inganno si morderanno la coda, e noi saremo su quei vagoni a seguirli e a scontarci con esse.
La fine arriverà, ma non sarà la fine di tutto: scopriremo chi ha tradito chi, chi ama chi, e assisteremo ad un bel colpo di scena finale, in cui ancora una volta le carte verranno mescolate e il buono si rivelerà non tanto buono e il cattivo non sarà poi così tanto cattivo.