Dettagli Recensione
Un bambino avrebbe scritto meglio
Ho letto questo libro soltanto perché, per un semplice caso fortuito(?), mi è capitato tra le mani. Si tratta del quarto tomo di quella che inizialmente era una trilogia; ebbene, se c’è una cosa che ho imparato in questi anni, è che le trilogie devono rimanere tali. Non c’era alcun motivo per continuare la storia: tutti i misteri e le questioni erano stati risolti, il cattivo sconfitto, perciò l’autrice ha dovuto introdurre, per forza di cose, un nuovo malvagio e nuovi problemi. Tuttavia, devo riconoscere che la Clare è riuscita a collegarli molto bene con i precedenti. Ancora una volta, troviamo Jace tormentato (e ti pareva; a quanto pare il Jace allegro e spensierato è un esclusiva del primo volume); Clary, che nell’ultimo libro aveva acquistato una parvenza di utilità, la perde qui completamente. Con mio grande disappunto, Magnus e Alec sono presenti solo nell’ultima parte della storia e, per quanto mi piaccia il loro rapporto, ho trovato la soluzione ai loro problemi assolutamente ridicola; in più, è come se l’autrice ne avesse in parte cambiato il carattere, soprattutto di Magnus. Per quanto riguarda Maia, mi ha deluso il modo in cui perdona Kyle-Jordan: dopo anni che lo odia ferocemente bastano un paio di spiegazioni, una lotta fianco a fianco, e lo bacia… okay, coerente. Infine; in questo capitolo non è ben chiaro chi esattamente sia il protagonista, penso che si possa definire più un romanzo corale ma, se proprio dovessi sceglierne uno tra i vari personaggi, direi che questi è Simon; quindi, bé, cambio di primo attore come continuazione di una storia… non so se è proprio fattibile. Nonostante questo ruolo di primo piano, la Clare riesce comunque a farlo sembrare sfigato ed escluso (quest’ultima cosa le riesce davvero bene, i miei complimenti!). Ma parliamo adesso delle love story di Jace e Clary, Maia e Jordan, Alec e Magnus: ognuna è caratterizzata da problemi diversi (almeno questo) ma tutte sono contraddistinte dall’essere “L’amore che tutto può”. Già questo è bastato a darmi fastidio (dopo Twilight sono diventati tutti così, eh vabbè) ma il fatto che li connoti tutti nello stesso modo, questo no. Per ognuna di queste coppie la Clare ha fatto dire ai personaggi almeno una decina di volete (per Jace e Clary un milione visto che sono la coppia principale) che i loro sentimenti sono resi palesi “dal modo in cui si guardano”. Okay dirlo una, due volte, è una bella frase, ma scriverla trecentomilioni di volte no. Viene la nausea!Per quanto riguarda la trama in sé, non annoia, a tratti suscita addirittura curiosità ed il finale è inaspettato ma, comunque, ancora una volta non mi ha preso come speravo. Sicuramente complici di questo, le numerose contraddizioni. Giusto per dirne qualcuna: Clary è nella stanza di Izzy con Jace, il quale improvvisamente estrae un pugnale che aveva lasciato nella propria camera: ha usato il teletrasporto come Goku?Nella battaglia finale la ragazzina pone nel fodero il pugnale di Jace, due righe più in basso, lo Shadowhunter lo ha di nuovo in mano, altre due righe ed è di nuovo nel fodero... mmm, okay!Nella medesima situazione, Simon non si regge in piedi a causa del sangue che ha bevuto, due minuti dopo sta perfettamente bene… d’accordo che è urban fantasy, però!Vogliamo parlare poi dell’incisivo scheggiato e delle piccole cicatrici che Jace ha sul viso e che non sono mai state nominate?La Clare cita questi dettagli per la prima volta dopo tre, e dico TRE, libri!Cioè, nella trilogia e per metà del quarto volume non ha fatto altro che dire che il ragazzo è bellissimo, è perfetto, la pelle così, i muscoli colì, per non parlare dell’INFINITA’ di volte in cui dice che gli occhi e i capelli di questo benedetto sono dorati, e non ha mai speso mezza parola a proposito di questi particolari che adesso tira fuori così! E come se non bastasse, ha anche il coraggio di dire che la scheggiatura al dente era piaciuta a Clary dal primo istante; sì, le era talmente piaciuta che non ce l’aveva mai detto. E infine, la ciliegina sulla torta: la scrittura. Allora, non mi sono messa a vedere chi sono il traduttore e l’editor della storia, ma vi prego, vi prego, spiegate a questa gente che Clary è una femmina, santo dio!, e pertanto ci si deve riferire a lei con “le” non “gli”!!!!Nemmeno un bambino delle elementari potrebbe fare errori del genere, figurarsi un editor!Ma questo è solo l’apice. Per tutto il volume sono disseminati possessivi fuori luogo, errori di battitura d’ogni genere, parole magicamente scomparse, nomi di personaggi che cambiano improvvisamente (Jace diventa Simon!), espressioni sbagliate ed ho dovuto rileggere una marea di pensieri perché non si capiva chi stava parlando o a chi si riferiva. Infine, come sempre il titolo del volume, così come quello dei singoli capitoli e le citazioni, hanno ben poco a che fare con ciò che accade nella storia.
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