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La bugia di Natale
 
La bugia di Natale 2013-12-08 21:52:04 Donatello92
Voto medio 
 
2.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
1.0
Piacevolezza 
 
3.0
Donatello92 Opinione inserita da Donatello92    08 Dicembre, 2013
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La vera bugia è proprio il libro !

Le opere affidate a Multiplayer.it edizioni sono, generalmente, sinonimo di garanzia in termini di godibilità in quanto, seppur non si annoverino fra le sue file dei veri e proprio capolavori, esse trattano ambienti e tematiche già conosciute alla maggior parte dei lettori e che quindi, in un modo o nell'altro, suscitano la curiosità generalmente. I romanzi prodotti dalla celebre casa editrice sono infatti quasi sempre reboot o racconti ispirati a saghe cinematografiche, ai videogames e\o a temi rinomati della fantascienza, finendo in un modo o nell'altro nella parte giusta della biblioteca degli acquirenti.
Tuttavia, evolvendosi, anche Multiplayer.it ha deciso di ingaggiare scrittori di un certo calibro e di promuovere romanzi che esulino dall'ambiente videoulico, affrontando un percorso astruso e non sempre riuscitissimo. Alcuni romanzi spiccano e sorprendono, altri, come questo, deludono le aspettative, e cercherò di spiegarne le motivazioni in maniera imparziale, senza commentare la trama o i risvolti religiosi che caratterizzano l'opera, nè l'autore stesso, divenuto ormai famoso per questi rifacimenti in chiave fantastica di personaggi, eventi o romanzi storici di ampio consenso.
Attribuire un voto medio allo stile di scrittura è stata una scelta ardua poichè due grandi ripetizioni affliggono il romanzo: la produzione e lo stile dell'autore. Da un lato infatti pecca, almeno per questa prima edizione, la trasposizione italiana, sperando che non sia lo stesso per la versione originale: parole mancanti di sillabe o scritte in corsivo soltanto per metà, vocali sostituite, frasi articolate male, verbi mancanti ed altre disattenzioni che solitamente non si vedono in nessun libro o si notano una volta ogni tanto e che qui sono presenti con frequenza fastidiosa. Dall'altro lato ci si mette lo stile dell'autore che, all'inizio, lascia a bocca aperta per alcune trovate divertenti e riuscitissime, poi sfocia in una pedanza che rovina tutto: i trattini al termine di una frase per indicare che essa è stata interrotta da un evento, che diventano così frequenti da non stupire più dopo neanche un terzo del racconto, pensieri scritti in corsivo praticamente ad ogni paragrafo, e che a volte sono sostituiti da impressioni o altri tipi di frase che, se fossero stati scritti senza il corsivo per seguire la normale scorrevolezza di lettura, non avrebbero destato alcun sospetto, artifici retorici ripetuti ogni due pagine ed un'altra serie di simpatiche soluzioni che diventano presto spicevoli distrazioni letterarie all'interno della trama dell'opera o, più semplicemente, la rendono estremamente prevedibile. Quando vedrete un trattino o una parola in corsivo, oltre a storcere il naso, saprete già che un soldato sta raggiungendo il gruppo sul suo cavallo o che qualcun'altra di queste "scene di routine" sta per accadere.
Questi particolari non ledono del tutto l'esperienza della lettura in quanto alcuni capitolo sono ben caratterizzati, i personaggi non mancano di carisma e alcune trovate sono molto divertenti. Non ritroviamo quella banalità di fondo che caratterizza molti altri romanzi, l'idea è carina, il tutto è ben caratterizzato e gli eventi non appaiono scontati in ogni tratto del libro.
Tuttavia, e questo è il punto focale del mio giudizio negativo, il libro stesso è una menzogna per molti motivi: in copertina leggiamo che la storia è una "fusione fra il Trono di Spade ed il Vangelo secondo Luca", tuttavia di fantasy non c'è praticamente niente e le citazioni sparse qua e là all'inizio dei capitoli per introdurre gli argomenti che essi tratteranno (trovata riuscita e ben sfruttata) vengono tratte dal Vangelo di Matteo e, volendo citare la sfilza di personaggi religiosi che dovrebbero reinterpretare la storia come la conosciamo, seppur ciò accada e, come già detto, sia una trovata simpatica, non sono altro che nomi celebri presi dalla storia della nascita di Gesù e messi lì con ogni ruolo, talvolta fedeli alla figura a cui si ispirano, talvolta tirati in ballo come se bastasse l'importanza del loro nome a coinvolgerli in questo "fantasy-religioso" che in realtà non esiste.
E ancora: il retro del libro comunica che, "nonostante il tempo delle tempeste e delle creature magiche sia terminato", i protagonisti si troveranno ad avere a che fare con "morti che tornano in vita, magia e forze dell'occulto". La realtà è che a due terzi del libro ci si chiede ancora dove siano tutti questi elementi presentati quasi come perno delle vicende.
Infine: il titolo è "la bugia di Natale". In realtà, come già anticipato, si tratta solo di una serie di personaggi presi e travisati in una vicenda nuova che ruotano intorno ai concetti base della "vera storia religiosa", se così vogliamo definirla, ma che non hanno niente a che fare con essa e che, in ogni caso, non hanno nulla da dimostrare nè una verità da esporre.
Il voto per il contenuto del libro è scarso semplicemente perchè un contenuto vero e proprio non c'è, non esiste una morale, i personaggi vanno avanti unicamente per non perire e sono pochi i passaggi in cui il lettore viene messo al cospetto di tematiche importanti, mentre per il resto ci sono "banalità" messe lì tanto per spingere avanti la lettura. Scusate lo spoiler ma devo proprio fare quest'esempio: i ladri si salvano la vita riflettendo sul fatto che probabilmente, pur senza rendersene conto al momento, hanno fatto giustiziare tre sacerdoti innocenti, ma poi si fiondano in questo viaggio di religione e salvezza, da miscredenti, perchè la morte dei bambini suscita la loro ira. Tutto ciò ha una sua logica, ma rende il romanzo privo di spina dorsale, con criminali e fuggitivi rappresentati da personaggi storici che un secondo prima trucidano qualche soldato, il secondo dopo disegnano a terra cerchi nella sabbia con la spada, afflitti e desolati. Il protagonista poi, è una specie di Robin Hood mal riuscito che sacrifica gli innocenti per salvarsi e portarsi dietro dei criminali, poi fa finta di avere una coscienza, poi ruba per togliere le ricchezze al potere ma non da nulla ad i poveri, e l'attimo si bea della sua nomea di criminale e continua a delinquere in cerca di un oggetto, spesso strafregandosene e tirando avanti per il puro gusto di commettere un crimine.
La recensione è lunga proprio per questo: non è un cattivo romanzo, ma non è neanche la perla che uno si aspetta di trovare dopo l'annuncio di un romanzo che, già fregiandosi del nome di un autore divenuto celebre per questi franchise del reboot storico, è stato addirittura scritturato per un'opera cinematografica.
I personaggi potevano essere caratterizzati meglio così come l'ambiente e le vicende, magari rivelando qualcosa di sconvolgente che reinterpretasse veramente la storia della nascita di Gesù in chiave fantastica, facendoci sentire nel Natale (che tral'altro non ha proprio nulla a che fare con Erode e tutto il resto, se non per il festeggiamento della nascita del Messia) e calandoci in un'atmosfera che, aihme, qui manca.
Qui mancano un pò tutto le atmosfere. E, nonostante il romanzo sia scritto comunque bene e abbia un'idea simpatica di fondo che spinge il lettore a proseguire, appare scialbo nel complesso dell'opera, senza uno scopo vero e proprio.
Questo libro vuole smentire una bugia, ma in fin dei conti la racconta.
Chi voglia trovare qualcosa di nuovo o sia incuriosito da uno script che, ripeto, in via generale non è brutto, può scorrevolmente farsi un'idea del libro ed acquistarlo. Ho dovuto rileggerlo per convincermi che abbia del potenziale e magari a me non piace, ma a qualcuno potrebbe regalare momenti di ilarità e suspance. A voi il responso.

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