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Anche i Cacciatori sono stati bambini
Conclusa la prima trilogia, quella che ruotava intorno alla “scoperta” di Clary del mondo degli Shadowhunters e alla lotta contro il malvagio Valentine, si può dire che con questo quarto volume inizia una nuova fase (anche qui composta di tre libri), una fase che ruota intorno alla “consapevolezza” delle distinzioni tra Nascosti e Mondani e del ruolo che hanno effettivamente i Cacciatori verso le altre razze, e dove subentra come nuovo cattivo Sebastian, il figlio naturale di Valentine (allevato in contemporanea ma all’insaputa di Jace).
Più che Clarissa, già sfruttata come personaggio e relegata perciò a un ruolo meno attivo (ma non meno difficile), è il “gruppo di fuoco” dei suoi amici ad acquisire maggiore spessore: prima di tutto Jace, il vero eroe tormentato, assolutamente credibile nella sua spaccatura interiore tra la lealtà verso gli affetti passati e l’aspirazione a divenire il guerriero perfetto (e senza pesi ereditari) che tutti vorrebbero diventasse; quindi, Simon, che ha smesso da tempo di essere l’amico nerd, terzo incomodo, e che finisce per essere sempre più decisivo nello svolgere della trama, e nei vari legami che uniscono il variopinto mondo non visibile di New York (non più solo Grande Mela ma anche moderna icona fantasy per eccellenza, rifugio di fate, stregoni, vampiri e licantropi).
E, su tutti, si fa sempre più fulgido il vero personaggio-gioiello della serie, quel Magnus Bane, stregone plurisecolare, stralunato, appariscente e al contempo carismatico, che ha attraversato le epoche facendo strage di cuori maschili e femminili, mortali ed immortali, e che però forse, dopo tanto errare, trovare e perdere in amore, ha finalmente raggiunto un ultimo intenso approdo…
L’opera della Clare è ancora incompiuta e in divenire, ma merita come sempre un’appassionata lettura.