Dettagli Recensione
Sappiate guardare oltre le apparenze
ATTENZIONE SPOILERS
Recensisco adesso questo libro perché sono stufa delle cattiverie che vengono buttate su di esso e sull'intera saga da parte di altri fandom.
Comprai Twilight ancor prima che ci fosse Facebook, ancor prima di Tumblr molto probabilmente e ancor prima che si venisse a creare questo boom dei fandom. A malapena se ne parlava sui giornaletti da teenager!
Lo lessi in un giorno più o meno, come attratta da una spirale vorticosa che m'impedisse di farmi staccare il naso dalle pagine. Fu la mia prima saga, la prima per la quale aspettai con grandissima ansia l'uscita dei successivi volumi e inutile dire che, ad un certo punto, era come se i Cullen fossero diventati la mia famiglia: i loro problemi erano i miei.
A distanza di parecchi anni continuai a rileggere la saga e, sinceramente, la trovai interessante come la primissima volta.
Certo non sarà quel grandissimo intreccio che è invece la storia di Harry Potter, non sarà il massimo dell'originalità, stravolgerà l'immagine comune del vampiro (ma poi ognuno può immaginarselo come vuole. Siamo o non siamo in democrazia?!), ma è una bella storia scritta con uno stile scorrevole e piacevole alla lettura.
Ma quello che a me preme più difendere è il punto dell'originalità.
Saga abbondantemente criticata per aver presentato una sequela di cliché, Twilight propone il già conosciuto percorso narrativo caratterizzato dallo scontro bene vs male; la protagonista è una ragazza che, apparentemente, sembra racchiudere tutte le disgrazie di questo mondo e che s'innamora di un vampiro. Banalissimo, se non fosse che la Meyer è probabilmente una delle poche autrici a non aver avuto la superbia intellettuale di creare personaggi fantastici per poi farli sgonfiare man mano, nel corso della storia, perché non sa più che piega dar loro.
L'autrice è partita da una semplice ragazza, piuttosto sfigatella e che nulla ha di particolare. Tuttavia, Isabella Swan (questo è il suo nome) alla fine dimostra di avere attributi maschili piuttosto formati non solo per ciò che affronta e come lo affronta, ma soprattutto per la forza con cui sostiene le sue motivazioni.
Chi affermò “Twilight sottolinea quanto è importante avere un fidanzato” non è che non ha compreso la chiave di lettura della saga: non l'ha proprio trovata questa chiave!
Twilight non vuole far passare il messaggio di quanto sia indispensabile fare di tutto pur di mantenere il proprio ragazzo, bensì trasmette quello dell'importanza di difendere strenuamente ciò che si ama.
Bella agisce in certi modi non solo per Edward: spesso la sua mente è rivolta a coloro che potrebbero risentire delle sue azioni, ovvero la madre ed il padre, Jacob, Esme e Carlisle, Alice, Reenesme e molti altri cui lei è profondamente legata.
Inoltre, c'è da dire che solitamente sono una persona molto esigente circa la caratterizzazione dei personaggi. Tuttavia, la Meyer ha creato davvero dei bei tipi: Bella, in primis, che non disdegno affatto, seguita a ruota da Jasper, Alice e Rosalie.
Anche la sola storia che Jasper e Rosalie hanno alle spalle fa comprendere come si tratti di personaggi ragionati e non buttati lì per fare “clan”.
I Volturi, poi, magnifici nelle loro incarnazioni del subdolo potere.
Punto negativo è il solito triangolo amoroso. In tutta la storia infatti trovo che il cliché più grande sia questo e non il personaggio di Bella, quello di Edward o la storia d'amore in sé.
Detesto Jacob, lo trovo molto simile al Gale di Hunger Games (altro personaggio che poco sopporto): entrambi amici d'infanzia della protagonista, lui ha una cotta per lei da tipo sempre, lei gli vuole molto bene, ma non lo ama e lui dà su di giri. La differenza sta nel fatto che mentre uno si diverte nel progettare bombe, l'altro almeno accetta, anche se malamente, la sua friendzone.
Ciò che lo “scagiona” è l'imprinting finale che fa sì che la sua presenza non finisca nel dimenticatoio e abbia comunque un ruolo cardine nello svolgersi degli ultimi eventi.
Insomma, per quanto concerne Twilight in sé come primo volume non c'è da aspettarsi nulla di speciale: è un buon libro, leggermente fantasy, scritto in maniera piacevole e che si fa decisamente leggere.
Il meglio, tuttavia, è dato nel terzo volume “Eclipse”, quello che ho preferito di più.
Il consiglio che vorrei dare circa questo lavoro è di non farsi condizionare dalle opinioni di falsi esperti intenditori di letteratura: se la trama vi attira, buttatevi e sono certa che non ve ne pentirete.
Fortunatamente, ognuno ha i propri gusti, ma sono del parere che, rispetto ad altri libri, certe persone dovrebbero rivedere il loro concetto di “brutto libro”.
Chi butta offese sulla saga è perché, molto probabilmente, si è immerso nella lettura con fare spavaldo ed ha terminato il tutto non capendo un tubo di ciò che i personaggi vogliono comunicare.
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