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I figli di Hurin
 
I figli di Hurin 2013-07-21 12:20:17 Todaoda
Voto medio 
 
1.8
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
1.0
Piacevolezza 
 
2.0
Todaoda Opinione inserita da Todaoda    21 Luglio, 2013
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Operazione commerciale

E'un romanzo definito "inedito", in realtà puzza lontano un miglio di abile mossa commerciale: il libro, come ampiamente spiegato nella fin troppo articolata premessa del figlio di Tolkien, narra gli eventi accaduti nella prima era (quella del Signore degli Anelli mi sembra di capire sia la terza, per intenderci), ma non è esattamente un antefatto ai più noti libri del medesimo autore bensì il racconto di uno dei tanti episodi di quell'epoca, nella fattispecie la vita di Turin, figlio di Hurin (anche il titolo dunque è fuorviante poichè si parla di "figli di Hurin" quando in realtà il 90% del racconto è incentrato esclusivamente solo su Turin.), un episodio che si dice fosse già noto ai seguaci di questo genere, e dunque che non apporta nulla di nuovo se non qualche ulteriore badilata di dettagli e nomi bislacchi.
Dettagli e nomi, già: siccome infatti la storia di Turin in sè è piuttosto breve per conferire maggior spessore, e appeal, il volume è stato letteralmente farcito (mi sembra di ricordare dagli editori in accordo coi curatori, in accordo con gli eredi) di lunghe e intricate appendici derivanti da separati carteggi dell'autore, il cui obbiettivo originale senza dubbio era quello di chiarire e svelare i retroscena della vicenda ma in realtà, messi assieme così alla bell'è meglio, come spesso accade quando le cose sfuggono di mano, non fanno altro che confondere le idee. Due sole sono le appendici utili: l'elenco dei nomi che compaiono nel libro (circa 250 nomi diversi in circa 230 pagine di narrazione... ma stiamo scherzando?!) e la bellissima ed esaustiva nota di Quirino Principe alla fine del libro, che dimostra, con uno stile di scrittura chiaro e pulito, come si sarebbero potute raccontare le vicende narrate nel testo in una paginetta e mezza, senza usare tutti quei nomi impronunciabili e il più delle volte incomprensibili.
Lo stile narrativo di Tolkien in fine qui risente particolarmente del suo background di storico della letteratura inglese, si ha infatti la persistente sensazione di leggere più che un romanzo un manuale di storia, e l'intera vicenda raccontata ne esce irrimediabilmente rovinata e priva di fascino. Una mezza delusione.

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Commenti

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Davi1990
21 Luglio, 2013
Ultimo aggiornamento:
21 Luglio, 2013
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In effetti poco tempo dopo la lettura ho scoperto che in verità questa storia mi pare fosse già contenuta, sebbene in maniera più sintetica (almeno questo ricordo), ne "Il Silmarillion" e quindi il discorso su uno sfruttamento commerciale non e' azzardato. Ovviamente poi sulla tua personale esperienza di lettura non ho nulla da ridire perché giustamente e ovviamente ognuno di noi prova gusti e sensazioni diverse, quindi rispetto appieno il tuo giudizio, anche se a me invece il libro e' piaciuto molto e l'ho trovato affascinante, molto piacevole e coinvolgente. Comunque, come mi hanno insegnato su QLibri, il mondo e bello perché e vario, e una recensione come la tua ci voleva sicuramente per questo libro... altrimenti leggere sempre cose positive e che elogiano soltanto un'opera diventa abbastanza monotono, poco costruttivo e di poca utilità.
Un saluto!
- Davide
In risposta ad un precedente commento
Todaoda
22 Luglio, 2013
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Eh si, anzi non so te ma io se trovo un libro (o qualunque altra cosa) che ottiene solo giudizi positivi mi vien sempre da pensare che ci sia sotto qualcosa! Grazie comunque x averla letta. Ciao.

12 Febbraio, 2014
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Mi fa ridere quando si parla senza sapere, ma la cosa comincia davvero ad infastidirmi quando queste vuote parole vanno ad infangare il nome di chi invece ha fatto la storia della letteratura, in questo caso Tolkien, e della sua caratteristica Mitopoiesi. La "Mitopoiesi" è un tipo molto particolare di narrazione, e chi come me ha avuto la fortuna di farsi una cultura anche nell'ambito del greco antico, avrà già capito di cosa si tratta. Viene da μυθοποίησις, ovvero "creazione del mito". Potrebbe sembrare presuntuoso azzardarsi a dire cose come "un episodio che si dice fosse già noto ai seguaci di questo genere, e dunque che non apporta nulla di nuovo se non qualche ulteriore badilata di dettagli e nomi bislacchi.", beh stiamo parlando di mitologia quindi questo debole ragionamento, tale solo di nome, crolla subito. A dire la verità quando ho letto "operazione commerciale" ne sono stato divertito. Se ci andassimo a documentare sapremmo che I Figli di Húrin, si è stato pubblicato nel 2007, ma è stato frutto dell'unione di vari pezzi stesi singolarmente già dal 1918. È vero che una sintesi si trovava già ne Il Silmarillion ma l'intera vicenda della casa di Hador mai era stata narrata così per intero. Inoltre è un libro, sempre se non si ha una memoria tanto corta da non ricordare i nomi dei personaggi, a parer mio, molto bello, anche con un risvolto shakespeariano. E pur io essendo dell'anello un patito, non parlo da tale, e consiglierei questo libro a chiunque, soprattutto chi, come molti qui, sembra lontano dall'epica opera di Tolkien.
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