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I figli di Hurin
J.R.R. Tolkien estrapola dalla sua colossale opera, la storia di Hurin, di sua moglie Morwen e dei loro figli.
Cavaliere valoroso, Hurin parte per sfidare il Signore Oscuro Morgoth, che lo imprigiona e scaglia una maledizione su di lui e sulla sua famiglia. Morwen, ignara e speranzosa, spinta dai cattivi presagi e dalla guerra imminente, manda lontano il figlio Turin che viene accolto e allevato dagli Elfi. Con lui cresce anche la sua fama di eroe del Dor-Lomin, freddo e spietato e assetato di giustizia e intraprende la sua personale battaglia contro Morgoth e contro il suo destino. Ma quando sembra ormai tutto finito, quando il destino sembra essere stato aggirato, sconfitto, il destino si compie irrimediabilmente e la verità crudele del drago Glaurung porta la tragedia ad esere compiuta, perchè "a un uomo che fugge la propria paura può capitare di scoprire che ha solo imboccato la scorciatoia per incontrarla".
Tolkien, da buon filologo e storico della letteratura inglese, crea questo mondo e gli conferisce con il suo linguaggio e con il suo stile un'aurea irreale, mitologica, da tragedia greca, che sfiora la complessità dei manuali di storia. Narrazione elaborata e sontuosa, talvolta confonde le idee e la vastità di nomi e il sorvolare su alcuni eventi rende la lettura noiosa a chi non è infarinato dello stile Tolkieniano, finchè non si entra nell'intimo del vissuto e ci si catapulta nella Terra di Mezzo, per vivere la terribile tragedia di Turin e Nienor...
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