Dettagli Recensione
Distanza emotiva
Dopo cinque libri praticamente perfetti di questa saga che tanto amo credevo che, con il proseguimento dei vari romanzi, non sarei mai stata delusa dalla Ward e dalla mia adorata Confraternita del Pugnale Nero.
Beh, purtroppo mi sbagliavo: questo sesto volume è di gran lunga quello che fra tutti mi è piaciuto di meno.
Innanzitutto bisogna precisare una cosa fondamentale: in “Oro sangue” l’autrice attenua i toni romance-erotici per contenuti maggiormente corali e collettivi. Non si concentra semplicemente sulla coppia protagonista, ma descrive minuziosamente e costantemente le vicende di tutti i personaggi secondari.
Questa scelta, già fatta per i romanzi precedenti, viene ampliata e arricchita ancora di più grazie anche a numerosissimi colpi di scena e rivelazioni totalmente inaspettate e spiazzanti che fa sempre piacere leggere e che coinvolgono a sufficienza. Però, al tempo stesso, questa decisione per una romanticona come me è stata una piccola tragedia: pur interessandomi a questi personaggi di contorno (chi più chi meno), desideravo sapere con tutta me stessa come proseguiva il rapporto fra Phury e Cormia, i due protagonisti, considerando fra l’altro che il loro era un matrimonio combinato e…. Niente. E’stata la ciliegina sulla torta delle delusioni, anche se non dal piano individuale.
Per quanto riguarda Phury, che sembrava il vampiro più tranquillo, pacato e gentile di tutta la banda, qui si affronta il suo profondo tormento interiore, legato ad un amore impossibile, un passato tragico di solitudine e desolazione che riaffiora costantemente e che non è riuscito a cambiare, il gravoso compito divino a cui ha accettato di adempiere e, last but not least, la sua tossicodipendenza.
Cormia, la Prima Sposa assegnata a Phury per volere divino, dovrà imparare a vivere in una realtà che non ha mai conosciuto e far fuoriuscire le sue passioni represse per essere una parte del tutto, avendo così annullato la sua identità.
Ecco, le evoluzioni interiori appena citate dei protagonisti sono rese veramente molto bene, si vivono appieno e si seguono con vero interesse.
Ma devo proprio dirlo: come coppia, Phury e Cormia non mi sono piaciuti granchè.
Passi per il fatto che sono stati obbligati a sposarsi, che devono imparare a conoscersi e ci vuole molto tempo per queste cose ma… Diamine, che lentezza!
Il loro amore vero e proprio comincia dopo circa quattrocentocinquanta pagine, e il libro ne ha cinquecentoquarantanove! Oltretutto non sono sicura che il loro sia vero amore: per quanto l’autrice tenti di descriverne la profondità e la passionalità, io ho sempre percepito una certa distanza fra i due, una piccola lontananza emotiva ed empatica. Mi sono sembrati una coppia un po’forzata, immobile, quasi finta direi.
Non parliamo del finale! Non intendo certo rivelarlo, però mi ha lasciato l’amaro in bocca con i suoi interrogativi e assurdità.
Ma poi, è una mia impressione o lo stile della Ward in questo libro è diventato improvvisamente grezzo ed esageratamente colloquiale?
Giudizio complessivo: carino ma, a mio parere, il meno bello della saga.
Spero di rifarmi con il settimo.
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Commenti
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Guarda, io della Ward ho letto soltanto i primi sei della Confraternita del Pugnale Nero, perciò ti consiglierei uno di quelli. Se proprio ami il rigore dell' ordine cronologico, io ti consiglierei di partire dal primo che è "Il risveglio", anche se a mio parere non è uno dei migliori della serie, però delinea perfettamente i protagonisti e il mondo che li circonda. I più belli per me rimangono "Quasi tenebra" e "Possesso" =D
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