Dettagli Recensione
"Non dovrei più esistere. Ma sono ancora qui..."
Ed ecco un altro libro della Y Giunti si unisce al mio repertorio.
La copertina mi aveva colpito da subito e dopo la lettura, riguardandola, ho trovato che si adattasse perfettamente alla storia: un volto, gli occhi pieni di preoccupazione ed angoscia, le dita posate sulle labbra come se la ragazza avesse bisogno di esaminarsi e di sentire la propria presenza. Anche la trama mi era sembrata molto accattivante ed originale; basandosi su essa, l'autrice crea in maniera perfetta una storia che ne sia all'altezza.
La particolarità di questo libro sta nel fatto che il vero protagonista non sia semplicemente una persona, un corpo che dice o che fa, bensì le due anime in esso racchiuse.
A volte, ci capita di dire qualcosa che non avremmo voluto dire o di sentire una voce nella testa che ci dice "non farlo". Kat Zhang si basa su questo e trasforma una normale coscienza in un'anima, dandogli forma e carattere proprio (e devo dire che, dopo aver letto questo libro, mi sorge il dubbio che essa esista davvero).
Tra le due anime, la narratrice è Eva che ci racconta dal suo punto di vista ciò che avviene in due mondi diversi: quello esterno e quello interno al corpo in cui "abita" con la sorella. Nel primo, Addie cerca di condurre una vita normale nascondendosi dietro una maschera di distacco e freddezza; il secondo è affollato dalle conversazioni delle due, che comunicano attraverso il pensiero. In questi dialoghi spicca l'uso del "noi": la nostra voce, la nostra stanza, la nostra bocca; come per calcare, per far comprendere quanto sia forte il legame tra le anime, unite come sorelle, ma anche quanto sia ancora presente e partecipe Eva.
La lettura è scorrevole grazie al linguaggio utilizzato, semplice e attuale, ma soprattutto perchè l'autrice pone al termine di ogni capitolo un avvenimento particolare o una strana affermazione che incuriosisce e spinge a proseguire. Non ci si accorge nemmeno di voltare le pagine, tanto si è immersi nel tormento, l'angoscia e l'oppressione di Eva e Addie.
Soffermandomi su queste due, direi che mi è piaciuta più Eva che Addie. Quest'ultima ha un carattere molto freddo e facilmente irritabile, mentre l'altra è l'opposto. A mio parere, fra le due, l'anima che avrebbe veramente meritato di dominare è quella che ci viene invece mostrata come recessiva. E' caratterizzata dalla voglia di vivere e disposta a tutto per riuscirci, ha un carattere forte ed è orgogliosa, ma anche sensibile.
Un libro originale, fuori dalle righe; crea dipendenza, rapisce e "perseguita" il lettore lasciandogli una strana sensazione addosso anche dopo aver voltato l'ultima pagina.
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