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Storia di una battaglia
La cover, come tutte le altre, è a dir poco bellissima, anche se avrei preferito che avessero eliminato la striscia colorata in basso in modo tale da non tagliare il fiore. Il libro è molto diverso dai precedenti, sia per quanto riguarda i contenuti, sia per l’arco di tempo che ricopre: appena poco più di ventiquattro ore!Nei volumi precedenti tutto si svolgeva con calma e nonostante non mancassero gli scontri con i cattivi, tutto era ammantato da una patina fantastica che addolciva anche le scene più dure. Destined, invece, è in gran parte occupato dalla descrizione di una battaglia: era ovvio che in questo libro dovesse avvenire la resa dei conti ma non mi aspettavo che la Pike decidesse di farlo con una vera e propria guerra, anche se della durata di appena un giorno. Le situazioni quindi, riguardano quasi esclusivamente l’invasione di Avalon e se vi aspettavate del romanticismo, be’, scordatevelo. Ho avuto l’impressione che l’introspezione psicologica fosse davvero misera (forse a causa del repentino susseguirsi degli avvenimenti) e la narrazione in generale un po’ confusa, nel senso che in alcuni punti non riuscivo ad inquadrare bene le scene ed il fatto che il punto di vista oscillasse continuamente da Laurel a Tamani, non aiutava di certo. Senza dubbio le sorprese non sono mancate anche se, per quanto mi riguarda, hanno avuto meno impatto di quelle del volume precedente. Ovviamente non poteva mancare qualche morto, addirittura uno nelle prime pagine. La battaglia è appassionante e sono rimasta soddisfatta anche dalla scelta che Laurel compie alla fine –tra parentesi, in tutto il combattimento la ragazza ha un ruolo passivo (non so proprio come facesse a stare con le mani in mano mentre i suoi amici si davano da fare)-, ma proprio non mi è andato giù come la Pike ha trattato l’argomento David. Non sono mai stata una fan del ragazzo ma alla fine del libro provavo forti istinti assassini verso l’autrice! La cosa che più non mi è andata giù è che la Pike dice di aver terminato così la storia per esigenza di realismo, ma fino a questo momento non se n’era mai preoccupata, quindi perché farlo solo adesso?Per far terminare male il libro?!Concludendo, non posso dire che Destined sia magnifico –avrei preferito una maggiore introspezione psicologica e un andamento più calmo degli avvenimenti- ma non posso non consigliarlo: dopo essere arrivati al 3° libro suppongo che tutti vogliano assolutamente sapere come va a finire. Unico consiglio che posso dare, è di prepararvi ad un finale amaro!
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