Dettagli Recensione
Si è dimenticato il bacio finale!
Finalmente ce l'ho fatta! Ho trovato il tempo per leggere l'ultimo capitolo del “Ciclo dell'eredità”, ed ora posso recensire quello che a mio avviso è di gran lunga il più bello dei 4 romanzi scritti da Cristopher Paolini, giovane quindicenne sconosciuto quando iniziò la saga con “Eragon” ed autore di successo e famoso in tutto il mondo adesso che la conclude.
Riassumere in poche righe quello che succede in ”Inheritance” è impossibile e tentarci non renderebbe giustizia ad una storia che per la prima volta risulta finalmente poco dispersiva, senza più le disgiunzioni tra le storie dei personaggi secondari che risultavano alquanto noiose e quella centrale e portante di Eragon.
Mi sono ritrovato infatti a divorare capitoli interi per seguire le gesta Roran, cugino di Eragon, che si ritrova ad affrontare sfide al limite delle sue capacità.
O ancora le sofferenze inflitte a Nasuada, la condottiera dei Varden, dal suo acerrimo nemico Galbatorix che finalmente vedremo scendere in campo attivamente e combattere contro i nostri eroi.
Magistrale è stata, a mio avviso, la capacità dell'autore di dare un volto ed uno spessore al personaggio del Re, al pari della terribile fama che gli è stata attribuita fin dall'inizio, e che sarebbe potuta diventare un'arma a doppio taglio per lo stesso Paolini se non fossero state rispettate le aspettative.
E così in mezzo ad assedi disperati che mettono in evidenza la debolezza e lo sfinimento dell'esercito Varden rispetto a quello dell'Impero arriviamo alla battaglia finale, dove ognuno dovrà dare il massimo e anche di più per poter ancora tenere accesa la speranza della vittoria.
In tutto questo non ho ancora parlato di Eragon e della sua dragonessa Saphira, i quali come ci si aspetta dovranno fronteggiare il Re, e nel disperato tentativo di cercare un mezzo per poter avere quantomeno una minima possibilità di sconfiggerlo si ritroveranno ad intraprendere un viaggio che potrebbe rivelarsi una trappola abilmente preparata per catturarli.
Il ritmo è così frenetico e pieno di suspense che le ultime cento pagine potrebbero risultare per certi versi noiose, anche se personalmente ho apprezzato molto il finale in stile “Signore degli Anelli”, e l'esito della storia sentimentale tra Eragon e la bellissima elfa Arya.
Impressionante è, inoltre, la capacità di generare un' intero mondo con un'impressionante mole di creature, lingue, città, oggetti e di descrivere ogni dettaglio con accuratezza maniacale.