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Zombi e ironia
E' in assoluto il primo romanzo sugli zombi che leggo. No, non sto' scherzando. Gli zombi non m'hanno mai attirata (infatti ho un brutto rapporto anche con le versioni cinematografiche e televisive ^^). Ho iniziato a leggere questo libro più per darmi la conferma che, anche nella versione letteraria, non fanno per me. Invece, mi sono dovuta ricredere.
Nel liceo di Barracuda Bay, il corso di economia domestica è maledetto. Infatti, dall'inizio dell'anno scolastico sono già morte tre ragazze e in molti hanno deciso di tenersi alla larga da quel corso. Nonostante questo, Maddy è convinta che si sia trattato semplicemente di incidenti. Lo sa' perché suo padre è il medico legale della cittadina e se lo dice lui dovrà pur essere vero. Non esistono maledizioni. Tuttavia, la sera in cui esce di nascosto per andare ad una festa, la sua vita verrà totalmente sconvolta: scoprirà di essere diventata una non-morta.
Maddy è una di quelle protagoniste che riescono ad attirare la simpatia del lettore per la sua "normalità". E' una ragazza piuttosto comune, un po' sfigata se vogliamo, con una cerchia di amici piuttosto ristretta. La sua unica amica è Hazel. Chi di noi non ha mai avuto un'amica/o come questa? Egoista da far paura e talmente stronza da mettertela nel di dietro appena possibile (e senza olio di vasellina), Hazel è riuscita a starmi indigesta fin dalle prime righe come il duo inquietante dell'ultimo banco di economia domestica. Come ogni buon ya che si rispetti, non possono mancare i bellocci: uno sveglio e quell'altro meno. Non scendendo troppo nei particolari, ho trovato dei personaggi ben caratterizzati e abbastanza interessanti da non farmi annoiare.
Ho apprezzato molto lo stile semplice, immediato ed ironico, con cui l'autore da' voce al racconto di Maddy. Una storia in cui gli zombi non sono quelli classici dei film splatter che gridano "Fame, fame" o "Cervello, cervello" e chissà cos'altro. In questo romanzo ci troviamo davanti a due distinte categorie di non-morti: gli zombi (che si nutrono di cervelli animali) e gli zerker (che si nutrono di cervelli umani). Davvero una bella idea. Unica pecca il sentore, quasi una sicurezza, della presenza del famigerato triangolo (ultimamente è un classico nei romanzi ya) nel prossimo libro. Concludendo, Gli zombi non piangono è una lettura piacevole e che non annoia. Consigliato agli amanti del genere ma anche a quelli che s'avvicinano per la prima volta