Dettagli Recensione
Il classico amore adolescenziale
Inizialmente ci tengo a precisare di non vedere prima i film che rappresentano la saga, ma di leggervi i libri. Come accade per qualsiasi storia che viene riprodotta al cinema, essa perde la sua vera essenza e finisce per diventare un racconto di due ore in cui vengono tagliate, censurate ed eliminate parti del racconto soltanto per rispettare i diversi criteri che vi sono nel mondo del cinema. Difatti stessa cosa è successa per Twilight, in quanto le emozioni, che soltanto un libro riesce a dare, grazie al film sono scomparse, se non ridotte al minimo. Detto ciò, per quanto riguarda lo stile, la Meyer ha utilizzato un linguaggio poco complesso, descrivendo i fatti in modo chiaro e dettagliato e con una semplicità che mi ha colpito fin dall’inizio. Non si tratta di un libro pesante, dove il lettore deve sforzarsi per comprendere gli avvenimenti ed immaginare il filo logico della storia. In questo caso l’autrice ha dato vita ad un’opera che lascia correre l’immaginazione, che permette di vedere con la propria mente i personaggi, come se fossero lì davanti a ognuno di noi. Tuttavia due sono gli “errori”, se così si possono chiamare, che vorrei sottolineare. Innanzitutto si tratta della classica storiella, in cui una ragazza carina, semplice, all’antica e timida finisce per innamorarsi del ragazzo bello e irraggiungibile, che a sua volta, come da copione, si innamora della giovine escludendo le altre pretendenti. Inoltre la trama risente chiaramente dell’influenza di Shakespeare da parte della scrittrice, autore che verrà poi citato attraverso una delle sue opere più importanti nel libro successivo della saga. Vi è un po’ di Romeo e Giulietta in Edward e Bella che ha contribuito a dare successo mondiale alla storia, ma che, personalmente, l’ha un po’ banalizzata, rendendola una fotocopia, un racconto reinterpretato in chiave moderna. Come secondo errore vi è la scomparsa del mito del vampiro, quello di Bram Stoker. Leggendo la storia, che cosa è rimasto del vecchio e caro Dracula? Soltanto un paio di zanne affilate al posto dei canini. Edward è completamente diverso dal suo avo: può decidere di quale sangue nutrirsi, non dorme mai durante la giornata in una bara, ma si rinchiude nella sua residenza, nella sua villa per non farsi vedere dagli altri brillare come tanti diamanti messi assieme. Risulta chiaro come le caratteristiche dei vampiri, vere e proprie capisaldi nella letteratura, siano state smontate, modificate per renderle meno macabre e non spaventare le migliaia di adolescenti e ragazzine sparse in tutto il mondo, le quali hanno contribuito a dare successo e fama alla saga. Pertanto ritengo che siano soltanto queste due “piccole sviste” a rovinare una storia che, nel complesso, mi ha contagiato e coinvolto fin dal principio in una lettura selvaggia, in cui un ulteriore pregio può essere rappresentato dalla protagonista che raramente si comporta come una ragazzina ingenua e lascia trasparire, in alcune parti del racconto, una profondità di pensiero che la rendono matura, consapevole delle sue scelte e delle relative conseguenze.