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Uno stregatto in azione
Raylene Pendle è una vampira e si guadagna da vivere facendo la ladra su commissione.
Solitamente accetta lavori solo dagli umani, dato che non ha molta fiducia nei suoi simili. Fiducia persa a seguito del tradimento subito per mano della regina della sua stessa Casata. Da allora è una solitaria, vive isolata e lavora pensando solo a sè stessa e ai suoi interessi.
Raylene viene descritta come una ragazza che sembra avere appena superato la ventina (in realtà ha ormai un centinaio d’anni), dai capelli scuri alla paggetto e dai grandi occhi scuri (infatti la trasformazione in vampiro comporta che la pupilla degli occhi si amplii fino a coprire quasi per intero l’iride).
Patologicamente paranoica, cerca sempre di prepararsi ad ogni evenienza. Ha appartamenti sparsi un pò ovunque nell’eventualità che la casa in cui vive venga scoperta e porta sempre con sè una borsa piena di oggetti che “potrebbero” rivelarsi utili…ma che alla fine non usa praticamente mai.
Non stringe legami stretti con nessun altro essere vivente…nemmeno con i due animaletti (due fratelli senzatetto) che si sono appropriati abusivamente del magazzino in cui accumula la sua refurtiva.
E per questo si sente, tutto sommato, sicura della vita che si è costruita fino a quel momento. Ma questa sua apparente sicurezza crolla quando riceve una lettera all’indirizzo “segreto” di casa sua.
Una lettera inviata da un vampiro.
E non uno qualsiasi, uno cieco!
Ian Stott, come Raylene, è un vampiro solitario per cause di forza maggiore.
La perdita della vista, infatti, lo ha costretto ad allontanarsi dalla Casata di apparteneza per paura di essere eliminato da qualche rivale invidioso della sua posizione vicina ai vertici. Ma la sua intenzione è recuperare l’uso degli occhi…e per farlo ha bisogno delle particolari abilità della ladra vampira.
Ian è diventato cieco a seguito di torture ed esperimenti a cui è stato sottoposto da un gruppo militare segreto che stava studiando le creature soprannaturali per carpirne le capacità potenziate, quali la vista o l’udito, e poterle quindi adattare agli umani. Il programma Bloodshot (dal nome originale del romanzo) però è stato smantellato ormai da anni e l’unico sopravvissuto tra le cavie sembra essere Ian. La sua speranza quindi è di recuperare la propria cartella clinica (e qui entra in gioco il nostro Stregatto=Raylene), poter capire cosa gli è stato fatto e forse curare il danno subito.
Raylene, dopo essersi decisa ad incontrare questo nuovo cliente piuttosto sfacciato, non può fare a meno di sentirsi vicina a Ian, sia perchè lo trova interessante e le spiace per lui…sia per paura che una cosa del genere possa un giorno succedere anche a lei (…e torna di nuovo la paranoia). Ovviamente non si rende conto che stà per invischiarsi in casini supersonici.
Insomma, gli spunti di base del romanzo ci sono e sembrano molto interessanti, ma mi dispiace dire che non decollano mai completamente. Il romanzo non si trasforma mai in qualcosa di avvincente che sa tenere col fiato sospeso, fino all’ultima nota. E in fondo parliamo di un romanzo che si basa interamente sull’investigazione e l’azione, ecchecaspita! Qualcosina di più me lo aspettavo.
Ma forse non è neanche giusto dire che sia la parte investigativa e d’azione che ha delle mancanze, perchè in realà parecchie scene hanno un loro “perchè”.
I problema di questo romanzo sono i personaggi.
Privi di spessore, hanno caratteristiche che potrebbero renderli unici…ma si perdono per strada nel cercare di rendersi tali e alla fine risultano piatti e noioselli.
Per prima la stessa Raylene. L’autrice le fa dire battute che in teoria dovrebbero farla sembrare sarcastica e quindi ironica, ma in realtà non fanno ridere per nulla. Dovrebbe essere una ladra esperta e sicura, invece sembra non sapere veramente cosa stia facendo. Sempre incerta e sommersa dalla paranoia.
In più la Priest ha reso le caratteristiche da vampiro veramente poco chiare. In certi momenti sembrano quasi insigificanti, come se fossero quasi superflue. In altri le tira fuori come un asso nella manica.
Devo dire che mi ha un tantino confusa.
Insomma, per me è stato un romanzo di medio gradimento. Ad alcune cose valide, se ne sono contrapposte non poche carenti. Devo essere sincera, comunque, nel dire che l’autrice è riuscita a rendermi curiosa per quanto riguarda il proseguo della vicenda. Sapere che fine faranno i personaggi nel seguito.
E, in fondo, questo è quello che importa. Vuol dire che l’autore è riuscito nel suo intento di creare proseliti. ;)
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