Dettagli Recensione
ANDREAS REICHEN, MEINE LIEBE
Sesto romanzo per la Stirpe di Mezzanotte, finalmente dedicato ad Andreas Reichen, il vampiro del Rifugio di Berlino. Questo sinora è il mio episodio preferito, anche perché si discosta finalmente dalle solite trame stile vampir-Harmony.
Il Bacio Eterno (ma trovo che, in originale, il titolo sia molto più significativo: “Ashes of Midnight”) inizia in un’atmosfera cupa: Andreas ha perso tutto, il suo Rifugio e i suoi familiari, annientati da un commando di vampiri dei servizi segreti deviati (sic) che doveva in realtà colpire lui.
Solo, braccato, pieno di rancore, Andreas si lascia andare al suo lato più oscuro, liberando uno spaventoso potere di fuoco e distruzione, che sinora aveva cercato di soffocare e nascondere agli altri. E’ solo l’ombra, ormai, del vampiro libertino ed amante dei piaceri della vita che avevamo conosciuto al tempo del viaggio di Tegan ed Elise a Berlino (terzo episodio). Ora è sull’orlo della follia e della Brama di sangue, ed ha come unico scopo la sua personale vendetta.
Quando però arriva alla casa di Roth (quello che forse è il mandante del massacro della sua famiglia) Andreas ritrova Claire, la donna che aveva amato e abbandonato senza troppe spiegazioni decenni prima.
In teoria, Claire è diventata la Compagna del suo mortale nemico, a lui ufficialmente vincolata. Ma Andreas, stremato ed assetato, finisce per commettere quello che è considerato il peccato più grande agli occhi dei vampiri, e cioè beve con la forza dalla gola di Claire, violando proprio quel vincolo che doveva essere indissolubile.
Andreas, insomma, non è il solito eroe rispettoso dei principi secolari, e non è neppure un membro dell’Ordine. Ma proprio i guerrieri dell’Ordine, considerati a loro volta dei reietti dal resto della nazione vampirica, saranno i soli in grado di offrire un aiuto concreto a lui e a Claire…
Confesso che in precedenza mi lasciava un po’ perplessa il commento entusiasta di J.R. Ward riportato sulla copertina dei romanzi della Adrian (perché, almeno nei primi episodi della serie, l’autrice, più che farsi ispirare dalla Ward, sembrava quasi “fotocopiare”…).
Invece, procedendo con gli episodi, le storie della Stirpe di Mezzanotte cominciano ad avere un più ampio respiro, e lo stile è più scorrevole e gradevole.
Trovo carina l'idea che il complesso dell'Ordine da tana di guerrieri si stia trasformando in un condominio per famiglie allargate, con compagne, bimbi in arrivo, cagnolini, ecc., ed anche le varie sorprese nei capitoli finali inducono a continuare nella lettura (la serie, nel frattempo, dovrebbe essere arrivata già a quota dieci).