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Pungente sarcasmo e affascinante crudezza.
l Publishers Weekly lo definisce "un fantasy morboso e crudo, che gronda emozioni forti", ed è proprio da questa felice affermazione che vorrei iniziare. Lawrence riesce a inorridire e divertire allo stesso tempo con una facilità e un'energia ai limiti dell'imbarazzante. Una storia di violenza e follia, narrata con un sarcasmo pungente davvero fuori dal comune. È proprio un simile, ben riuscito accostamento a fare de Il principe dei fulmini un fantasy irriverente, brutale, a tratti fastidioso, e al contempo eccezionale e magnetico per chi ama il genere. Per intenderci, un misto tra Brent Weeks, Robin Hobb e Peter V. Brett.
Indimenticabile il machiavellico protagonista: il principe Jorg, erede al trono di re Olidar, signore delle terre di Ancrath, gode di un'infanzia felice fino a quando, una notte di tempesta segnata dai lampi, vede morire la madre e il fratello minore senza poter reagire, intrappolato in un roveto che lo nasconde agli assassini ma lo riduce anche in fin di vita. Da quel giorno, medita e vive solo per la vendetta, ponendosi a capo dei peggiori galeotti del regno, mercenari senza scrupoli né padrone. Jorg, infatti, pur essendo giovanissimo, riesce a conquistare il rispetto dello scalcinato gruppo servendosi del proprio genio, dell'astuzia e di una coriacea freddezza.
Attraverso i suoi viaggi e le sue brillanti macchinazioni, conosciamo gli uomini che lo accompagnano: sir Makin, il pacato e onesto - o quasi - comandante della Guardia Reale, fedele al ragazzo più di quanto lo sia allo stesso re; il Nubano, il più saggio e laconico dei Fratelli di strada a cui il principe non potrà fare a meno di affezionarsi, e infine il gigantesco e rozzo Rike, un colosso dalla violenza facile.
Unica figura femminile di spicco è la bella e determinata principessa Katherine, un personaggio che per ora sembra lasciare solo una traccia per avere un ruolo più importante nei prossimi episodi.
E poi fantasmi, cavalieri, negromanti, demoni, battaglie, tornei e scorribande. Un fantasy dal ritmo serrato, una narrazione in prima persona assolutamente riuscita, grande sarcasmo nei dialoghi e uno stile descrittivo originale, crudo e intenso. Con un finale rivelatore, carico di promesse, in grado di compensare appieno il leggero senso di smarrimento dei primi capitoli.
Ottimo inizio. Non resta che aspettare il seguito.
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fatto!
:))))))))))))