Dettagli Recensione
Storia o Fantasia?
Prodromo della celeberrima saga “Le cronache del ghiaccio e del fuoco”, “Il trono di spade”è la prima opera di George Martin in cui mi sono immerso.
Nonostante si tratti di una prolusione a un’ennalogia, si può, fin dagli albori, percepire un’anomala e inconsueta concezione di fantasy.
Aspettandomi elfi, draghi, orchi e una variegata pletora di creature nata dalla bizzarria narrativa dell’autore, sono rimasto squisitamente impressionato nel ritrovarmi catapultato in un universo dalle chiare tinte tardo-medioevali, così diverse e discinte balle trite e ordinarie banalità di cui l’attuale letteratura fantastica si sta stupidamente vanagloriando.
Complotti, intrighi di palazzo, truculenti assassinii sono l’ordine del giorno nel freddo mondo di Grande Inverno; ataviche casate si combattono una guerra belluina, accantonando ogni senso etico e morale, per impossessarsi del Trono di spade, ingombrato da un vecchio e opulento sovrano, macilenta ombra dell’uomo di un tempo passato.
Che si aprano quindi le danze su di un regno di duelli, giostre, crapulonici banchetti, subdole spie e ferali avvelenatori, figli bastardi, mandati al confino del dimenticatoio, matrimoni contrattati e stipulati al fine di rimpolpare gli scialacquati calmieri delle casate nobiliari e una buriana di vicissitudini che trasporteranno il lettore in un vortice di emozioni, fondendolo con la carta stampata e cancellandogli dalla memoria il senso della cronologia.
Il tocco d’inventiva c’è, ma è tenue e digradante, stemperato dalle tinte storiche, dure e ferruginose, che impongono la propria volontà, come un gladio ben maneggiato dal maestro lanista, e non lasciano campo ai classici stilemi del fantasy.
Personalmente consiglio la lettura di questo manoscritto, a chiunque ma soprattutto a chi voglia staccarsi dal comune senso di fantasia e avvicinarsi a un romanzo che non mi preoccuperei a definire storico sotto molti punti d’osservazione.
Agognando di non aver inconsapevolmente svelato eccessivi sintagmi della trama (ma comunque aver infiammato il senso della curiosità e del desiderio), auguro a tutti una buona lettura!