Dettagli Recensione
piccolo uomo,cuore immenso
La sensazione persistente,leggendo quest’opera,è di vivere la natura,la capacità di Tolkien di materializzare per il lettore gli scenari in cui si svolgono le vicende ha qualcosa di magico,di estremamente coinvolgente. Dalla grotta confortevole sotto la collina,nella pacifica Hobbittopoli della Contea dimora dell’assoluto protagonista Bilbo Baggins,alla tetra e selvaggia oscurità di bosco Atro,alla quieta operosità della città sul lago Pontelagolungo,fin sotto la montagna Solitaria presidiata dal malvagio drago Smog,ci ritroviamo camminando con i protagonisti su questa impegnativa e pericolosa via per la sopravvivenza,per il tesoro,per l’amicizia e l’onore. Questo romanzo è un doveroso prologo d’appendice al capolavoro assoluto di Tolkien,la trilogia del signore degli anelli,ci permette di abbozzare mentalmente la geografia della terra di mezzo,di fare la conoscenza di alcuni personaggi chiave della successiva opera dello scrittore inglese,e sicuramente di metabolizzare la psicologia dei figli della sua irripetibile penna. E’ vero questo è un fantasy,fondamentalmente un racconto per bambini,lo testimoniano gli orchi,gli elfi,i mannari,i draghi,ma il potere,la magia vera non sta’ in improponibili e scontati super poteri,magia e invincibili guerrieri,essa risiede nella profonda nobiltà dell’animo umano,che può trasformare un innocuo,piccolo e all’apparenza insignificante essere,nell’ago della bilancia nella storia dei popoli,come più della spada e dell’ascia,il coraggio e l’altruismo determinano la storia,come la luce che vince sull’oscurità,un insegnamento per cuccioli,ma anche un doveroso promemoria per i grandi. Si evade totalmente leggendo quest’opera mirabile,per la facilità di lettura,per la digeribile complessità di caratterizzazione dei personaggi,per l’incanto delle ambientazioni,per il modo sublime di Tolkien di elaborare e legittimare culture,usi e costumi dei vari popoli nella sua variopinta Terra di mezzo,che crea con amore,e che impariamo noi stessi ad amare,sentendola nostra. Voglio vederlo come un messaggio di pace del britannico autore,che amaramente visse la crudeltà della guerra.
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