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La Pietra Miliare
Era una domenica pomeriggio di fine autunno quando, dopo essermi recato in libreria per acquistare un nuovo libro, sono tornato a casa e ho cominciato a sfogliarne le pagine un po’ pigramente. Ho notato però subito qualcosa di strano che ha attirato la mia attenzione, davanti ai miei occhi non c’erano semplici pagine con caratteri stampati, ma qualcosa che brillava, un luccichio, all’inizio quasi impercettibile poi sempre più abbagliante… la lampadina che mi sta abbandonando? La vista che fa brutti scherzi? No, niente di tutto questo: non avevo tra le mani un libro, ma un piccolo grande scrigno. Quando l’ho aperto mi si è schiuso un mondo. Avevo trovato un tesoro.
Mi sono addormentato e quando ho riaperto gli occhi era buio e freddo, ero fuori su un sentiero in mezzo ad un bosco ed in lontananza vedevo delle luci...tetti, strade, un paese. Avevo freddo e fame, quindi ho cercato subito un riparo per la notte. Appena superata una fontana in mezzo alla strada, ho visto un’insegna di una locanda sulla mia sinistra, La Pietra Miliare. Bene, ho pensato, almeno così smetterò di tremare e metterò qualcosa sotto i denti.
Sono entrato, la sala era deserta, fatta eccezione per tre uomini seduti ad un tavolo, stavano parlando e si sono interrotti appena mi hanno visto. Uno di loro, con i capelli rosso fuoco, con uno sguardo sereno e accogliente mi ha chiesto gentilmente in cosa poteva essermi utile: era il locandiere. Ho chiesto un pasto frugale ed una camera per la notte. L’uomo è andato dietro al bancone e ha tirato fuori una bottiglia di vino, poi è andato nel retro, immagino in cucina. Gli altri due sono rimasti seduti, uno era un ragazzo che mi ha squadrato da capo a piedi facendomi capire che non aveva gradito l’interruzione, l’altro era più anziano, aveva una penna in mano e alcuni fogli davanti, evidentemente stava scrivendo prima che entrassi.
Il locandiere è tornato dopo poco, mi ha fatto sedere ad un tavolo vicino al loro servendomi una scodella di minestra fumante e un bicchiere di vino rosso. Poi è tornato al suo tavolo, si è seduto e si è rivolto all’uomo più anziano: siamo appena all’inizio, Cronista, c’è ancora tanto da scrivere...dove eravamo rimasti?
È così che ho cominciato ad ascoltare una storia, una memorabile storia come da secoli non sentivo. Quale storia, vi chiederete curiosi. Andate in libreria, prendete lo scrigno, apritelo ed entrate nel mondo di Kvothe e degli Edema Ruh, dell’Accademia e dell’Arcanum, di una donna affascinante e sfuggente e di un gruppo di amici come raramente se ne trova, di Magister, Arcanisti e...del nome del vento.
Scusate se adesso vi devo lasciare, ma il locandiere ha ripreso il suo racconto.
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Commenti
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Grazie ancora per il consiglio, adesso non posso fare a meno di leggere subito il secondo!!!
Aspetto con ansia di sapere cosa ne pensi!
:)))
p.s.: vado a vedere se lo trovo !!!
bacioni ragazzi!!!
Per ora sto leggendo Tolkien.
Il genere si fa sempre più invitante...
Devo leggere la quarta.
Mettiamo che non compri il libro, mi vendi la tua recensione ? ;)
Bella, bellissima davvero.
Grazie!!!
Comunque sì, è un fantasy in cui è stato creato un mondo a 360 gradi, con popoli, razze, lingue diverse, con tradizioni che si tramandano attraverso canzoni, con città e religioni proprio come la "nostra" realtà. Guarda, al di là della storia che comunque ti prende fin dalla prima parola, quello che colpisce è il modo in cui è scritto: divinamente!! Ci sono pagine meravigliose in cui si descrivono i sentimenti (rabbia, odio, amore, amicizia) che prova il protagonista che a mio avviso sono di un ivello altissimo.
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sono contento che ti abbia fatto lo stesso effetto che a me...