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I diari della falena
 
I diari della falena 2011-10-19 10:27:34 Sara S.
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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Sara S. Opinione inserita da Sara S.    19 Ottobre, 2011
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Sospeso tra sogno e realtà...

Il titolo di questo libro può portare alla mente parecchi déjà vu. La parola "diari" (o "diario") negli ultimi anni è stata usata a sproposito molte (troppe) volte per intitolare libri dai contenuti più disparati. Sembrava quasi una moda. Questa volta no. "I diari della falena", traduzione letterale dell'edizione in lingua "The Moth Diaries", si intitola così proprio perché (finalmente) il libro è scritto sotto forma di diario. L'ambientazione è negli anni '60. La voce narrante in prima persona (della quale non si conoscerà mai il nome) è una ragazza di 16 anni che frequenta il terzo anno di liceo in un collegio per ragazze. Nel suo diario narrerà da Settembre a Maggio la sua vita quotidiana all'interno del collegio, tutti i suoi pensieri e tutto ciò succede, che vede, sente o immagina fuori e dentro la struttura scolastica. Io amo i libri scritti sotto forma di diario, perché mi danno sensazioni più "vere" e più "forti" e questo libro non fa eccezione. Il ritmo narrativo è a volte cadenzato e poetico, a volte meccanico e veloce, come tutti i diari del resto, ma l'ho trovato molto gradevole. La storia parte pacata, in sordina, e sembra non succedere mai nulla di significativo, ma è interessante assistere alla quotidianità del collegio, assistere alla descrizione di quelle giornate apparentemente tutte uguali, scandite da prestabiliti rituali e dai suoni della campanella ad orari ben precisi. La protagonista giorno dopo giorno nota che Lucy, la sua migliore amica, le dedica sempre meno tempo e lo trascorre sempre più frequentemente in compagnia di Ernessa, una nuova allieva, molto misteriosa e riservata. Sarà la gelosia nei confronti di Lucy che la porterà ad osservare costantemente Ernessa e la porterà a notare che in lei c'è qualcosa di strano. I suoi movimenti, le sue abitudini, le sue caratteristiche fisiche... tutto in lei è diverso dalle altre ragazze. Ma la cosa che la tormenta maggiormente è che Lucy si allontana da lei sempre di più, Ernessa la sta circuendo, e non c'è nessuno in tutta la struttura collegiale a capirlo e ad accorgersi che Ernessa non è umana ed è molto pericolosa.
Nelle pagine di questo diario più si va avanti con la lettura e più si percepisce l'inquietudine e il tormento della protagonista. A volte le sue riflessioni appaiono confuse come in un sogno e neanche lei ad un certo punto riesce bene a capire ciò che è reale e ciò che non lo è. Inoltre, è sempre presente in lei un radicato sentimento di tristezza, causatole dalla morte per suicidio del padre tre anni prima. Un trauma che si trascina dietro senza riuscire a superare. Ciò che succede nel collegio non fa altro che acuire il suo dolore e portarla a pensare sempre più spesso al suo passato. E nel frattempo nel collegio avvengono episodi drammatici uno dietro l'altro e non c'è nessuno ad accorgersi che dietro a tutto ciò si cela Ernessa. Anzi, pensano che sia lei la persona da dover evitare e che la sua ossessione per Ernessa la stia facendo uscire di testa. Solo dopo l'ennesimo episodio drammatico la protagonista cercherà realmente di reagire e mettere fine alla scia di dolore e orrore che è stata trascinata nel collegio per tutta la durata dell'anno scolastico.
Ritengo che questo libro sia molto difficile da comprendere, perché vi è al suo interno una complicata analisi psicologica della protagonista, e dietro al lato sovrannaturale, che comunque ho trovato molto ben descritto e ben riuscito nel contesto della storia, si cela un qualcosa di molto più tortuoso e poliedrico di ciò che potrebbe apparire da una lettura superficiale. Non è un romanzo per tutti, e trovo riduttivo definirlo come un romanzo per adolescenti dai contenuti banali, perché per me non è affatto così. Io l'ho trovata una storia profonda, inquientante, disperata e drammatica, che mi ha fatto riflettere. Certo, è stato frustrante sul finale non riuscire bene a capire come sono andate davvero le cose. La narrazione rimane volutamente sospesa in una sorta di limbo tra sogno e realtà. O forse è la mente deviata della protagonista ad avere immaginato tutto? Mi sono lambicata più volte il cervello per cercare di capire meglio il messaggio che voleva trasmettere; in parte mi sembra di essere arrivata ad una soluzione, ma in parte non ne sono sicura. Indubbiamente questo è uno di quei romanzi del quale non mi dimenticherò tanto facilmente!!!

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