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Il vampiro 'fake'
Parliamoci chiaro: questi non sono veri vampiri. Edward Cullen non è un vampiro, è un sogno romantico per ragazzine sognatrici e senza fidanzatino che amano crogiolarsi in qualche coccola onirica prima di fare la nanna stringendo l'orsacchiotto. Nulla di sbagliato in questo, intendiamoci: tutte siamo state giovanissime e romantiche senza speranza, quindi non c'è affatto da sorprendersi che il libro e la serie abbiano riscosso un successo stratosferico e fatto da battistrada a tutti gli altri libercoli sui sexy vampiri che sono venuti fuori. La Meyer ha avuto un autentico colpo di genio, e su questo non ci sono dubbi. Ha creato un sogno romantica perfetto, con un bellissimo, affascinantissimo e ricchissimo principe azzurro innamorato perso di una ragazzina come tutte le altre, imbranata e a malapena carina, cui poi, guarda un po' che strano, corrono dietro tutti, dal migliore amico licantropo (anche lui superbello e superaffascinante, ovviamente) ai compagni di scuola (che però lei non fila manco di striscio). Tutti la vogliono e la amano, nella sua semplicità e ingenuità: difficile per le ragazzine che costituiscono il target di questo libro non immedesimarsi in Bella Swan e sognare di essere lei. Questo però è marketing, non letteratura, e questi sono sogni erotici camuffati, non vampiri. Va detto però che la scrittura non è affatto cattiva, anzi, è molto scorrevole e piacevole, anche se piuttosto banale, un po' sul genere 'a scrivere così siamo capaci tutti', ma neanche da bocciare appieno. Io consiglio di leggerlo solo per rendersi conto della portata del fenomeno, che offre un succulento spunto di riflessione, a mio parere.
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