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Il vampiro "pettinato"
Ho letto la quadrilogia in pochissimo tempo.
Purtroppo non perché la storia sia interessante ma, al contrario, rincorrendo qualche paginetta in cui succeda qualcosa.
La trama, fatta di sporadiche prevedibili azioni, viene diluita in una brodaglia di banalità cosmiche, di piatti e noiosissimi stupori adolescenziali.
La ragazza, descritta taglia 40-sguardo timidomagnetico-chioma fluente-broncio accattivante, che si sente una cessa per agevolare il processo di identificazione con le lettrici tredicenni brufoli e pancetta, che hanno fatto la fortuna della Meyer.
Il vampiro, i cui caratteri non corrispondono alla figura condivisa dall’immaginario mitologico a cui si vorrebbe rifare, è un tenero cattivone, che si fa sempre più zerbino con il procedere della saga.
Pericoloso solo per definizione, quel tanto da dare un pudico brivido alla tredicenne lettrice di cui sopra. La Bella di nome e di fatto e il Vampiro “pettinato” che non morde, non uccide, non si fa nessuna.
La Meyer, religione mormona, sembra voler fare proseliti tra i “ggiòòvani”, proponendo loro lo sballo della castità, l’adrenalina della bontà, l’anticonformismo della purezza di intenzioni, camuffandola da storia indie-alternativa, dove una ragazza sfida la morte per amore.
La morte però esiste solo per i cattivi (cattivissimi), l’amore, platonico e fatto di sospiri e contemplazioni reciproche, al 4°libro comincia a dare il voltastomaco.
C’erano tutte le premesse per mollare lì la storia dopo le prime 50 pagine, ma si è innescato un processo masochistico forse per espiare i miei peccati terreni (tanto aborriti e solo vagamente citati dalla Meyer), per cui ho voluto vedere dove andava a finire.
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Commenti
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ciao
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:)
ciao, faye