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Sui demoni appassionati di araldica
Per me Cecilia Randall non è una nuova autrice, infatti ho letto qualche anno fa la trilogia originale Hyperversum, che mi aveva intrattenuta per un libro e annoiata per i restanti due. E se in quel caso le sue conoscenze storiche sul medioevo europeo venivano sfruttate in una storia dagli spunti sci-fi, nella duologia fantasy Millennio di fuoco quelle stesse conoscenze gettano le basi per un mondo ucronico, con qualche accenno di grimdark.
L'idea alla base di questo twist storico sarebbe anche interessante, il vero problema sono le tempistiche: nel 999 un esercito di creature demoniache compare nell'Europa nordorientale e da il via ad una guerra contro il genere umano; la conseguenza? Mille anni dopo l'epoca di vassalli, valvassori e valvassini non è ancora tramontata! Premettendo che non sappiamo cosa stia succedendo nel resto del pianeta, vi pare possibile che una guerra -per quanto lunga- in una zona circoscritta abbia bloccato l'evoluzione della società europea per un intero millennio? Perché l'ultima volta che ho controllato in Europa ci sono state guerre dall'anno mille fino alla prima metà del Novecento eppure servi della gleba non ne abbiamo più.
Sorvolando sulle voragini di logica di questo world building, arriviamo alla trama vera e propria. Con un intreccio che vuole forse richiamare alla fiaba La bella e la bestia, seguiamo la guerriera saahavi Seija e il generale mezzo-demone Raivo; la prima vuole trovare un luogo in cui il suo popolo possa finalmente vivere in pace (e giustamente sceglie sempre zone vicine alla linea del fronte), mentre il secondo è il solo umano trasformato in mostro di sua sponte e per questo viene disprezzato da entrambi gli schieramenti. Nel corso del romanzo scopriremo l'originalissima storia dietro la mutazione di Raivo e assisteremo all'incontro tra i due, che innescherà un gioco del gatto col topo utile a giustificare le successive quattrocento pagine.
Una narrazione ricca di pattern e priva di svolte degne di questo nome la cui pretesa di originalità non viene supportata dal cast. I personaggi di questo libro infatti non hanno delle motivazioni solide e propongono degli stereotipi caratteriali collaudatissimi: Seija è la tipica Strong Female Character che detesta vestirsi o comportarsi in modo femminile e vuole fare di testa sua anche quando questo la metterebbe in pericolo, Raivo è l'antagonista giustificato dal suo Tragico Passato® che sicuro come il cielo nel sequel diventerà l'interesse amoroso, la regina Ananta è la Cattivona decisa a dominare il mondo senza un motivo valido, Kzar è l'Amico sempre fedele, Maharashta è il Minion rosicone, il principe di Svevia è l'immancabile Terzo Lato del Triangolo. Potrei continuare così per l'intero cast, e questa problematica mi ha impedito di percepire come autentiche anche le relazioni tra i personaggi.
Con lo stile la mia opinione non migliora di certo. Avendo letto altri libri di Randall, mi aspettavo una prosa solida, invece il testo risulta farcito di interrogative dirette e -soprattutto!- frasi fatte; i dialoghi sono spesso artificiosi e sfruttano un lessico che i personaggi in questione non dovrebbero padroneggiare, vista la loro estrazione. Nel complesso sembra l'opera di uno scrittore alle prime armi, e nello specifico del tipico autore maschio etero per quanto sono ridondanti le descrizioni di seni prosperosi.
Questa attenzione quasi morbosa per i corpi femminili si riflette anche nelle tematiche: l'autrice vorrebbe parlare di femminismo e xenofobia, ma lo fa in una storia in cui i personaggi positivi approvano la possessività tossica e dove chi è diverso contribuisce attivamente a distruggere l'umanità. "Ma ci sono anche mostri bambini!", cerca di dirci la protagonista; ho capito, gioia mia, però sono gli stessi che tra qualche annetto verranno a dar fuoco alle vostre case!
Voglio salvare qualcosa però di questa lettura. Il ritmo è incalzante e a dispetto delle scene ripetute la lettura scorre veloce; mi sono piaciuti i momenti di convivialità tra i personaggi e anche la lore di base ha il suo perché. Ma soprattutto c'è Heraii, l'unico personaggio interessante della storia... quindi di sicuro l'autrice lo farà morire malissimo.
Dopo tutte queste critiche, sono ovviamente intenzionata a leggere il seguito per capire se la cara Cecilia abbia in progetto di portare la trama da qualche parte o se i nostri personaggi continueranno a girare in tondo senza uno scopo nella vita. We'll see.
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