Dettagli Recensione
Nel nome della musica
Un inedito Rumiz alle prese con una fiaba, o meglio, con un fantasy, che ci racconta la storia di un regno immaginario che alcuni mostri hanno voluto privare della musica e che una ragazzina, Mila, riesce a salvare. Mila nasce grazie alla musica e cresce in armonia con la natura, affinando una capacità di ascolto straordinaria, un bellissimo dono che ognuno di noi dovrebbe imparare a coltivare. Il senso del suo viaggio è restituire sonorità al mondo intero ed è emblematico che riesca a vendicare il padre non con la spada, ma con l’armonia. Un messaggio trasversale che questo autore speciale ci vuole dare, al di là della trama che, in modo originale, dedica alla fine a se stesso, anzi, al bambino che è in lui. Tratto costante che mi ha fatto sorridere: l’amore per le planimetrie schizzate a mano. Anche in questo libro, che non è un suo vero viaggio, se non forse un viaggio immaginario, ritroviamo schizzi di territori ad aprire e chiudere il volume. Bella la copertina: un soffice tappeto di nubi rosa con colori accesi che sono decisamente da ammirare.