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Il mondo ti ha perso, il mondo non ti vede..
Nuovo romanzo per la giovane ma promettente scrittrice milanese Chiara Panzuti, Il gioco dei quattro si presenta come il primo capitolo della trilogia Absence.
Assenza, come sinonimo di invisibilità, di non percezione fisica e visiva: 'ma assenza fisica non vuol dire mancanza'.
Lo capiranno poco alla volta quattro giovani ragazzi londinesi che improvvisamente e senza la minima consapevolezza di quanto stia accadendo vengono letteralmente cancellati dal mondo e dalla vita che conducevano sino a quel momento.
E' come se qualcuno fosse riuscito non solo a renderli invisibili agli occhi della gente ma fosse stato anche capace di rimuoverli dalla memoria delle persone con cui erano a più stretto contatto, genitori, amici, fratelli, eliminando persino i loro account sui vari social network.
Tutto rimosso, quattro vite annullate più che scomparse. Perché la scomparsa di una persona non ne rimuove il ricordo o le immagini dei momenti trascorsi insieme.
Invece per Faith, Christabel, Scott e Jared è come se qualcuno si fosse preoccupato di colmare il vuoto generato dalla loro assenza in modo che essa non fosse percepibile dall'esterno: l'effetto è paragonabile a quello di una buca scavata con le mani nella sabbia, quando tutta la sabbia rimossa viene quasi istantaneamente sostituita da quella circostante che cadendo ricopre la cavità sino a rendere impercettibile il vuoto creato prima.
I quattro ragazzi si renderanno conto ben presto di essere stati coinvolti contro la loro volontà in una trama, in un meccanismo perverso che non riescono a comprendere pienamente perché ci sono ancora tante domande a cui non sono in grado di dare una risposta.
Ma di certo qualcuno ha fatto in modo che si incontrassero e che formassero una squadra, qualcuno tramite potenti tecnologie ha organizzato tutto quanto prevedendo persino le loro mosse e li sta muovendo come pedine in un gioco mortale costringendoli a seguire indizi sparsi per il mondo pur di avvicinarsi alla verità.
Non è necessario svelare oltre la trama per riconoscere in questo romanzo i connotati tipici di un genere che negli ultimi cinque anni ha riscontrato un grande favore di pubblico e di critica, sull'onda del successo conquistato da alcuni titoli divenuti ben presto best seller, come la saga di Harry Potter sino ai più recenti Hunger Games, Maze Runner, Divergent tanto osannati dai lettori da indurre investimenti milionari per la loro trasposizione cinematografica.
E' il genere noto come YA, young adult, rivolto appunto a giovani adulti, ragazzi ormai cresciuti per le favole da bambini ma ancora troppo acerbi per una letteratura più impegnativa.
Seppure ambientato nel presente e non in un mondo futuristico, anche il romanzo di Chiara Panzuti propone una visione distopica della società moderna, puntando il dito contro la progressiva ed inarrestabile alienazione dell'uomo, succube e schiavo della tecnologia, ormai incapace di farne a meno, incapace di osservare e di vedere oltre lo schermo di un pc o di uno smartphone.
"Occhi reali, capaci di vedere il mondo reale, non lo osservavano più. Vagavano distratti, rapiti da schermi che proiettavano solo il già visto."
Forse Faith ed i suoi amici erano già invisibili, quattro vite in perenne disagio: Faith costretta a seguire la madre nei suoi continui cambi di residenza dopo il divorzio, Jared orfano ed affidato col fratello ad una coppia che difficilmente potrà mai accettarlo come un figlio, Christabel e Scott che cercano ciascuno a suo modo di nascondere la propria solitudine interiore, Christabel col nuoto e Scott mostrandosi spavaldo e sfrontato con le ragazze.
Sono ombre confuse e prive di identità in una società affetta da distrazione di massa, noia, ripetitività: granelli di sabbia la cui assenza non sarebbe stata neanche percepita perchè subito colmata dalla dilagante indifferenza ed apatia della sabbia circostante.
Paradossalmente l'invisibilità fisica consentirà ai quattro ragazzi di vedere meglio se stessi, consentirà loro di estraniarsi da un mondo che non li vede per acquisire coscienza di sé e dei propri sentimenti.
Con uno stile fluido, essenziale e diretto, in perfetta sintonia col target adolescenziale a cui è rivolto, il romanzo di Chiara Panzuti è stato una piacevole sorpresa, peraltro tutta italiana, in un panorama dominato da autori inglesi ed americani.
E pur non essendo da tempo (ahime!) uno young adult, così come riconosco di aver amato e parteggiato con ardore da teenager per Katniss Everdeen nei suoi Hunger Games, allo stesso modo non nascondo l'intenzione di completare la lettura della trilogia Absence, convinto che l'autrice saprà dare degno prosieguo alla saga.
"Se il mondo non mi voleva, sarei stata ombra, se il mondo non mi vedeva, sarei stata assenza. Invisibilità, silenzio, morte. Sarei stata la solitudine, la vera solitudine, quella che cerchiamo di zittire distraendo le nostre menti con ogni mezzo possibile."
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Finisci la trilogia e poi vediamo.