Dettagli Recensione
Infine, la verità
Ultimo capitolo della saga: finalmente ogni mistero viene svelato ed il destino di Nashira arriva a compiersi. L’intero volume racconta la corsa contro il tempo dei protagonisti -prima nelle profondità di Shyla, poi di nuovo sulla superficie di Talaria- per fermare l’imminente esplosione di Cetus.
La prima parte del libro racconta proprio della discesa a Shyla e della scoperta del popolo di Verba. Sottoterra è nascosto un mondo sospeso nel tempo, pacifico e quieto che mi ha ricordato molto il Mondo Sommerso delle Cronache. E’ qui che veniamo a conoscenza della verità, o almeno parte di essa. Non so se nella mente della scrittrice la scoperta del motivo delle esplosioni di Cetus avrebbe dovuto rappresentare una grande rivelazione, ma per me non è stato così, anzi si è trattato di una conclusione alquanto scontata.
SPOILER. Ciò su cui invece, non sapevo proprio che pensare, era il destino di Saiph. Era davvero morto?O la Troisi avrebbe trovato un modo per farlo tornare?Ebbene, la risposta –attenzione SPOILER, SPOILER, SPOILER- è la seconda. Ritroviamo anche in quest’ultimo capitolo Saiph come vero protagonista, se di tale si vuole parlare visto che fin dal secondo libro questa storia si è configurata più come un romanzo corale.
La seconda parte del volume vede i protagonisti dividersi per portare a termine la missione, mentre la terza tratta della battaglia finale.
Se in precedenza avevo pensato che questa saga fosse molto simile alle Cronache, be’, adesso ho dovuto ricredermi. Non che le similitudini non ci siano, anzi, ma lo scopo finale della storia è diverso. Certo c’è sempre in ballo la distruzione del mondo tentata da un malvagio ma questa non ha come scopo il rinnovo della vita e l’eroe che salva la situazione non è la giovane e testarda guerriera (come suppongo tutti si aspettassero). Inoltre molto spazio viene dato nella saga ai temi della conoscenza e della verità, completamente assenti; invece, nelle Cronache.
L’intero volume è stato molto piacevole, incluse le parti dedicate ai personaggi minori, ma non mi ha preso come accadeva in precedenza. Sicuramente, buona parte di ciò è dovuto al fatto che non leggo di Nashira da quando è uscito l’ultimo libro (avevo solo vaghi ricordi di quanto era accaduto in precedenza) tuttavia, c’è anche qualcosa nel romanzo che non mi ha rapito. Forse è stata la struttura prevalentemente narrativa con pochi dialoghi, forse il fatto che alcuni personaggi e situazioni siano stati trattati superficialmente (vedi la figura di Amaro, evanescente eppure con un enorme potenziale o la rapida morte di Grele) ma non ho versato neanche una lacrima quando vi sono stati i lutti né tantomeno a fine romanzo.
Ad ogni modo, se avete letto il terzo volume consiglio a tutti di leggere anche questo per scoprire infine l’incredibile trama (la cosa che più ho apprezzato) che la Troisi ha ideato per Nashira.
Dimenticavo: su questa ci copertina ci avrei visto molto di più Saiph o un Shyla piuttosto che Talitha dal momento che in qui diventa quasi una spettatrice.