Dettagli Recensione
Superiore ai precedenti, ma non perfetto
Il romanzo conclusivo di questa (per me) sudatissima serie si pone un gradino sopra i precedenti tre capitoli, ma continua ad avere tanti nuovi difettucci.
Viene finalmente accennato alla causa della catastrofe che porta Cetus a spazzare via ogni forma di vita su Nashira, ma tutte le cause e le implicazioni non vengono chiarite a sufficienza. Sono arrivata a considerare questo ultimo capitolo come una frettolosa conclusione di tutti gli eventi dei precedenti romanzi, nel quale la Troisi ha voluto concentrare tanti, troppi eventi e informazioni, rinunciando conseguentemente ad un loro approfondimento. In sostanza: avrebbe potuto benissimo saltare alcuni tediosi e fini a se stessi punti dei precedenti romanzi a favore di un’analisi e una spiegazione più esaudente del tutto.
Non viene spiegata l’esatta motivazione dell’immortalità dei Shylar, la razza di Verba, né perché sottoterra la pietra dell’aria non sia dannosa alla salute mentre in superficie sì, non sapremo mai perché Saiph è tornato in vita e sinceramente, nonostante l’abbia riletto tre volte, ho ancora dei dubbi sul finale.
A questo si aggiungono diverse piccole assurdità: la superficialità delle motivazioni di Grele che, ricordiamo, guidano il suo odio contro Talitha fino all’ossessione; una persona che può vedere ogni luogo di Nashira in uno specchio, ma invece di cercare il suo avversario (che gli ha sottratto qualcosa) e raggiungerlo, cerca un nemico del suo nemico (e quindi suo amico) e lo ingaggia per cercarlo al posto suo; l’azione isolata di un singolo individuo contro il nemico che, nonostante abbia un esercito pronto a combattere alle sue spalle, fa tutto di testa sua senza nemmeno provare a coordinarsi alle forze armate.
Passando ai pro: non mi aspettavo nulla di ciò che la Troisi ha svelato sulla catastrofe, è stata una spiegazione interessante, che miscela il fantasy classico con la fantascienza (peccato per il poco approfondimento però!)
Secondo pro sono i personaggi che, nonostante le loro piuttosto intricate vicende amorose, si mostrano pronti a fare la cosa giusta per quanto dolorosa e spaventosa. Sono molto più adulti rispetto a quelli che ci sono stati presentati nel “Sogno di Talitha” e finalmente dimostrano pienamente la loro età e ne hanno una conseguente maturità.
E in ultimo: i martiri. Leggendo qualche recensione mi pare di capire che i morti di questo ultimo romanzo non siano stati molto apprezzati, anzi, hanno scatenato perplessità. Io, dal canto mio, li ho trovati giusti. Non si esce da una guerra, una ribellione, una contro-ribellione ecc.. senza perdere delle vite. E non è giusto salvare dei personaggi solo perché nella rosa dei principali. Nella realtà nessuno è protetto dal lutto, anzi, più si partecipa alla storia più si diventa facili bersagli.
In conclusione: questa serie purtroppo non mi è piaciuta. Forse ne sarebbe valsa la pena anche solo per questo ultimo romanzo, ma purtroppo manca della perfezione che avrebbe risollevato le sorti del tutto. Forse l’autrice avrebbe dovuto prendersi più tempo per riallacciare meglio le fila del discorso, ma ormai questo rappresenta, per me, il suo primo vero fallimento.