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Il sacrificio. I regni di Nashira
 
Il sacrificio. I regni di Nashira 2015-08-14 15:19:51 Lalli
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
3.0
Lalli Opinione inserita da Lalli    14 Agosto, 2015
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un po' meglio

Dopo due libri abbastanza strazianti, questa serie sembra finalmente aver preso un po’ di spinta.
Probabilmente è principalmente dovuto al fatto che la protagonista Talitha sembra finalmente essere maturata e dimostra i suoi diciannove anni, non dodici. Il cambiamento è piuttosto brusco, ma rende il suo personaggio più sopportabile e umano.
Piuttosto irritante è invece la posizione dell’autrice –e di Saiph- nei confronti di Talitha stessa. Tutti i suoi errori e le sue malefatte vengono giustificate e nemmeno valutate come uno sbaglio. “Tu non hai sbagliato. Hai fatto ciò che ritenevi giusto. E ti sei fermata in tempo, prima che fosse troppo tardi”. Talitha HA sbagliato, si è comportata come un’assassina, nemmeno come una guerriera, e si è fatta dominare dall’odio e dalla sete di vendetta. E si è fermata in tempo rispetto a cosa? No, la ragazza ha sbagliato di grosso, che poi d’ora in poi cerchi di redimersi sicuramente è ammirevole e per questo ho apprezzato il suo voto di non uccidere.
Ma il vero personaggio che rende questa storia migliore a questo punto è proprio Saiph, che prende in mano la sua vita, assumendo finalmente una personalità nettamente distaccata da quella di Talitha. Il ragazzo sceglie alla fine di sacrificare i suoi progetti per il bene degli abitanti di Talaria e le sue scelte gli rendono onore. Certo, tutta la storia del messia ricalca pesantemente le vicende di Gesù Cristo in persona e il giovane sembra più seguire l’ombra della profezia che la propria volontà, ma ho molto apprezzato il suo altruismo e la sua prontezza.
Altro aspetto positivo: i personaggi sembrano staccarsi un po’ dai loro alter ego del Mondo Emerso, apparendo indipendenti. Un po’ tardino, ma meglio tardi che mai.
Tornando alle debolezze che hanno caratterizzato tutti e tre i romanzi: anche questo pecca di mancanza di realismo in diversi punti (mi sembra dura distinguere il giorno del proprio compleanno quando si è fuggiaschi da mesi) e di esagerazione negli ostacoli che trovano i protagonisti, spesso dovuti alla loro stessa stupidità (se vi intrufolaste in un luogo proibito, lascereste la porta aperta ad indicare al mondo che ci sono intrusi?)
Ormai manca un solo romanzo a completare la serie quindi non credo di poter valutare positivamente la quadrilogia, tuttavia il prossimo volume potrebbe essere ancora un gradino sopra a questo e rientrare nei canoni della Troisi ai quali sono avvezza.

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