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LA PAURA E' L'INFERNO
Inferno è il primo libro della nuova saga fantasy di Francesco Gungui, I canti delle terre divise. Come suggerisce il titolo, il romanzo si ispira alla celeberrima Divina Commedia: l'inferno non è altro che una prigione dove vengono condannati i criminali, e a seconda dei loro reati vengono assegnati a gironi diversi. E' un'idea molto potente, che fa cadere l'occhio sulla copertina e stimola il lettore a comprarlo, cosa che suggerisco dato anche il prezzo ridotto di 5 euro. I protagonisti della vicenda sono due ragazzi che vivono in condizioni diverse: Alec lavora in un casinò ad Europa, una regione dove regnano miseria e povertà, Maj invece vive nel Paradiso, dove c'è una scarsa conoscenza del mondo esterno e soprattutto dell'Inferno. I due ragazzi si incontreranno e si innamoreranno l'un l'altro, tanto da spingere Alec a cercare di salvare Maj dall'Inferno in cui finirà venendo ingiustamente accusata.
La storia raccontata rievoca altri libri celebri, come Hunger Games e ovviamente la Divina Commedia, distinguendosi comunque e mantenendo la sua originalità. La discesa all'Inferno di Alec e Maj mantiene col fiato sospeso e offre una godibile visione di una società distopica dantesca, in cui vivono interessanti personaggi e hanno luogo vicende originali: Gungui inserisce nel libro una storia omosessuale che risulta essere innovativa e apprezzabile, differenziadosi dalla maggior parte dei fantasy in cui è difficile trovare qualcosa del genere.
Il libro non è privo di difetti comunque: nella società distopica ideata da Gungui la Divina Commedia risulta essere ignota ai suoi abitanti, eccetto per le persone che coprono una carica elevata. Ciò a mio parere risulta essere una cosa molto improbabile: sarebbe difficilissimo celare a tutti un'opera rinomatissima come la Divina Commedia, chi non la conosce? La sua storia verrebbe almeno trasmessa a voce anche se venisse vietata la vendita dei libri. A mio parere Gungui è stato troppo sbrigativo nel descrivere ciò, però non ho voluto penalizzare la valutazione per questo motivo, nei libri successivi la questione potrebbe essere spiegata. Inoltre lo stile di Gungui non è perfetto, diverse domande retoriche appesantiscono la lettura delle pagine e non sempre le pagine scorrono bene.
I capitoli sono spesso carichi di vicende significative, arricchite da conversazioni stimolanti, soprattutto durante il tempo di permanenza all'Inferno. Ne riporto una:
"Io non so più chi sono."
"Non ha importanza! Non devi pensare a chi sei, devi pensare a sopravvivere."
"Ma che senso ha allora? Sopravviviamo per cosa?"
"Per uscire da qui, per tornare libere."
"E poi? Cosa ci aspetta dopo? L'Inferno è anche lì fuori, impieghi più tempo per morire, ma è tutto uguale!"
Inferno di Gungui ha un ottimo potenziale, che non è stato sfruttato a pieno ma che ha raggiunto comunque un discreto livello di espressione. Si spera che il livello dei libri successivi crescerà, la saga promette molto bene. Caldamente consigliata ai ragazzi e agli appassionati del genere.