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Black Friars. L'ordine della spada
 
Black Friars. L'ordine della spada 2013-10-30 13:34:41 Cathy
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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Cathy Opinione inserita da Cathy    30 Ottobre, 2013
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Originale, dark, coinvolgente

Eloise Weiss, studentessa di medicina presso lo Studium della Vecchia Capitale, sta rientrando al proprio collegio la sera della vigilia di Ognissanti. L'intera città si prepara ad affrontare l'unica notte dell'anno in cui si aprono i cancelli del Presidio, un'isola nel cuore della Vecchia Capitale dove sono segregate delle entità maligne che si manifestano all'occhio umano sotto forma di nebbia. In seguito ad un accordo stabilito in un lontano passato, queste creature sono confinate nel Presidio tutto l'anno ad eccezione della notte di Ognissanti, quando dal tramonto all'alba hanno il permesso di vagare indisturbate per la città. Ma Eloise si attarda per le strade e a notte inoltrata viene aggredita da alcuni loschi personaggi. Al disperato grido di aiuto della ragazza risponde Ashton Blackmore, un vampiro centenario che si risveglia dal suo lungo sonno al richiamo della mente di Eloise. Ha inizio così un’avventura che coinvolgerà Ashton, Eloise e molti altri personaggi, tra i quali il coprotagonista Axel Vandemberg, principe ereditario della corona del regno di Aldenor.
L'Ordine della spada è il primo volume della saga di Black Friars, una quadrilogia fantasy gotico-romantica nella quale questi tre elementi si combinano perfettamente. La vicenda è ambientata in una società di impianto medievale (basta pensare alla struttura dell'universitas frequentata dai giovani protagonisti, alla presenza di corporazioni delle arti e dei mestieri, alla rigida divisione della società in caste, al ruolo dominante svolto dalla Chiesa e dalla religione), ma presenta anche caratteristiche proprie dell'età moderna negli usi e nei costumi. Un'ambientazione che pur avendo il sapore di altri tempi risulta fresca ed originale grazie ad un sapiente tocco di dark che colloca la storia nel filone del gothic fantasy: notti tempestose, cimiteri, demoni, spiriti e malefici. Essa presenta rimandi storico geografici ben precisi, per lo più italiani: la Roma dei papi, la Repubblica di Venezia, Bologna e il suo Studium medievale, la più antica università d’Europa. L'autrice, infatti, è italiana e scrive con uno pseudonimo. Una pagina dopo l’altra emerge lentamente un intero mondo tracciato da pennellate minuscole e aggraziate, che si delinea in ogni aspetto, storia, tradizioni, credenze, usi e costumi, e si arricchisce di particolari fino ad acquisire una fisionomia a tutto tondo.
La prosa di Virginia de Winter, barocca, elegante, forbita, spesso minutamente descrittiva e ricca di metafore, si sposa benissimo con l’ambientazione, condividendo quel sapore "antico" che permea la storia. Può risultare un po' pesante per chi fosse abituato a letture più leggere, ma se le si concede il tempo di diventare una voce familiare, finisce con l'ammaliare il lettore e coinvolgerlo nella storia al punto che chiudere il libro e tornare alla realtà risulta difficile e sgradevole come un risveglio improvviso.
In questo affascinante mondo trova posto una trama ricca di originalità; essa ruota intorno ad un evento fondamentale, la Rivolta, uno sconfinamento delle creature del Presidio che si è verificato sedici anni prima degli eventi narrati e che ha sconvolto gli equilibri sacri e profani del Vecchio Continente. Da allora le nebbie del Presidio evadono sempre più spesso dal territorio che è stato loro assegnato, infiltrandosi nel mondo degli umani e causandone la lenta, inevitabile corruzione; per le strade della Vecchia Capitale si percepisce una sensuale atmosfera decadente e di perenne disfacimento nel profumo di fiori morenti che accompagna i vampiri, nelle residenze reali in rovina, nelle nobili famiglie annientate e decadute.
Spiriti, vampiri di nobile stirpe, duelli, misteriosi cavalieri mascherati, monaci guerrieri, intrighi e congiure di palazzo si intrecciano dando vita ad un disegno tanto complesso quanto armonico, nel quale dettagli, episodi, personaggi apparentemente secondari si rivelano infine di importanza cruciale. I temi consueti del genere fantasy sono trattati con una freschezza impressionante, seppure nel rispetto della tradizione. In particolare, in Black Friars i non morti tornano agli antichi splendori: autentiche creature della notte letali e seducenti, dotate di una bellezza aliena e di poteri speciali che si tramandano nelle loro stirpi, pronti ad uccidere, nutrirsi di prostitute compiacenti e manipolare gli umani per tessere i propri intrighi. Tutti i personaggi, umani e non, pur avendo caratteristiche ben delineate che rendono ciascuno di essi immediatamente riconoscibile, appaiono al contempo enigmatici e mai prevedibili, capaci di suscitare dubbi e sentimenti contrastanti.
Cuore pulsante della trama è il rapporto tra i due personaggi principali, Eloise Weiss ed Axel Vandemberg, improntato all'originalità come il resto della storia, ma anche alla cura dei dettagli e all'approfondimento psicologico. Un rapporto complesso, enigmatico e sfuggente che lascia con il fiato sospeso dalla prima all'ultima pagina nel desiderio di comprenderne i segreti. Attraverso gesti, sguardi, parole e brandelli di ricordi, i contorni di questa relazione diventano a mano a mano più chiari e definiti, mantenendo sempre vivissima la curiosità del lettore. E il ricco background e l'intensità e profondità di sentimenti che accompagnano la storia di Axel ed Eloise contribuiscono a renderla viva e pulsante, come l'intera trama, come ogni personaggio che popola queste pagine indimenticabili.

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Bellissima recensione!
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Cathy
17 Settembre, 2014
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Grazie mille ^^.
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