Dettagli Recensione
Nulla da fare, non mi piace!
Ho letto la prima volta questo libro quando avevo 12 anni, completamente a digiuno di fantasy e, ammetto, mi era piaciuto. Mi sono ritrovata in mano la prima opera della Troisi poco tempo fa e me lo sono riletto. Terribile, assolutamente terribile. Ora, per punti, spiegherò il motivo di questa mia affermazione (capitemi, sono le 23.23, un discorso articolato non mi riesce più di tanto!):
- Storia banale: mi dispiace per le amanti della saga, ma basta aver letto un qualunque fantasy per vedere che la storia non è il massimo dell'originalità. Già sento le voci che mi urlano "ma le storie fantasy si somigliano tutte!" Verissimo. Ma in ogni trama che si rispetti, c'è almeno un elemento che mi porta a dire "wow, questa cosa non l'ho mai letta da nessun'altra parte!". Ad esempio, ne "il guardiano degli innocenti" la trama si dipana a episodi, come fosse una serie tv; in "il nome del vento" è il protagonista a parlare e a narrare le sue vicende. Qui non ho visto nulla di tutto questo, ho solo notato moltissime somiglianze con Harry Potter, il Signore degli Anelli, Eragon e altre mille saghe fantasy
- Personaggi stereotipati: Nihal è una mezzelfo, ultima della sua specie, fortissima, determinata, bellissima: Sennar è il mago potentissimo e il futuro grande amore della nostra bella; Ido è il maestro di vita e il padre e cosi via... Nulla di nuovo, nessun elemento particolare che distingua i personaggi di Nihal da quelli di altre saghe (Gimli è la fotocopia sputata di Ido, ad esempio)
- Nihal: è la protagonista, ma è una ragazzina che si lascia trascinare completamente dagli altri. Le cose capitano intorno a lei e lei piange. In effetti, questa è la caratteristica che più mi è rimasta impressa di questa eroina: piange ogni cinque pagine. Che siano lacrimucce, pianti liberatori, lacrime appena trattenuti... Questa ragazza piange sempre. Santo cielo, sei in mezzo a una guerra, tira fuori le tue doti di combattente, o di donna, fai qualcosa, diventa una persona! Invece no, piange, si taglia i capelli in piena notte, al buio, con una spada affilatissima e pensa ai suoi occhi troppo grandi: ok.
- Le tempistiche della guerra: la guerra per la liberazione/conquista del mondo emerso va avanti da 40 anni, quando si è arrivati a una situazione di stallo, da cui il tiranno non è più riuscito a strappare ai suoi avversari un solo fazzoletto di terra. Quello che mi fa strano è che in pochissimo tempo (non ricordo che la troisi sia stata più precisa) il tiranno abbia conquistato praticamente metà delle terre emerse, ma forse è solo una questione personale
- Lo stile: la Troisi non sa scrivere. Non so se è perchè sia proprio negata o perchè semplicemente non ha esperienza in materia, fatto sta che sbaglia quasi tutto. Ad esempio, descrive troppo poco, al punto che non mi permette di immedesimarmi nel personaggio di Nihal, o in qualunque altro. Inoltre, durante le battaglie, sarebbe bello vedere COME Nihal uccide, COME combatte, cosa fa come si muove, quali tecniche usa con la spada o l'arco o qualunque altra arma lei usi. Inutile dire che le battaglie sono "Nihal uccise tizio, difendendosi allo stesso tempo da Caio". Se fosse stato fatto una volta sola, mi sarebbe andato bene, ma fatto ogni volta, beh, il lettore si annoia. Il suo stile per il resto è semplice: non è un male, anzi, va benissimo, ma serve che il lettore venga coinvolto di più.
In definitiva, non mi è piaciuto per niente. Tuttavia, ad una prima lettura l'avevo apprezzato moltissimo: perciò lo consiglio alle ragazze e ai ragazzi molto giovani, che si vogliono avvicinare al mondo del fantasy in maniera tranquilla, semza impegno. Ad un lettore più adulto e più critico, dubito che possa piacere, ma mai dire mai.
Indicazioni utili
- sì
- no