Dettagli Recensione
Nihal della Terra del Vento 2
Aspettavo questo libro con ansia, purtroppo, non ha soddisfatto le mie aspettative, e dal momento che è il quinto libro che non mi colpisce, sto iniziando seriamente a pensare che il problema non sia tra le pagine ma in me, ad ogni modo, vi spiego le mie ragioni. Andiamo con ordine e partiamo dalla cover. Come quasi sempre, Paolo Barbieri ha fatto un buon lavoro: molto, molto bella; sicuramente più della prima (che pure mi era piaciuta), ma questa la trovo migliore: il viso di Talitha in primo piano, lo sguardo deciso, la spada insanguinata e ghiacciata: esprimono con precisione il carattere della protagonista e ciò che le succede nel libro. Passiamo al contenuto. A differenza del primo libro, qui a narrare non sono solo la ragazza e Saiph ma anche alcuni personaggi secondari quali: Grele, Megassa, Kora e Petra(la mamma di Talitha). Questi capitoli, seppur piacevoli, non sono fondamentali per la storia e credo che siano stati inseriti semplicemente per allungarla. Come il precedente tomo, anche questo è diviso in tre parti. Sulla prima non ho nulla da ridire: Talitha ed il suo amico si rimettono dall’ultimo scontro ed intraprendono un viaggio che li porterà fuori dai confini di Talaria. Nella seconda parte i due protagonisti si separano: Saiph intraprende un viaggio mentre Talitha resta a combattere con i ribelli. Sui capitoli dello schiavo nulla da dire, eccetto la comparsa sulla scena di Mareth, un drago che, non si sa per quale assurdo motivo, inizia a scarrozzare il Femtita di qua e di là e verrà poi ucciso qualche capitolo più avanti. Evidentemente quest’espediente serviva alla scrittrice per far percorrere al ragazzo molte leghe in poco tempo ma tanto valeva abbreviare il percorso oppure, semplicemente, la Troisi non c’è la fa a scrivere un libro nel quale i protagonisti non cavalchino draghi almeno un po’. Per quanto riguarda la ragazza, invece, sono rimasta molto delusa. Mi è sembrato che in meno di dieci capitoli Licia riassumesse, in modo anche piuttosto superficiale, buona parte del primo libro delle Cronache del Mondo Emerso: Talitha si invaghisce di un uomo più grande che non se la fila per nulla ed il rifiuto da parte di questo personaggio, fa sì che si dedichi alla guerra anima e corpo. Tornano l’immancabile brama di sangue, l’eccezionale bravura con la spada e le arti magiche (nonostante nel tomo precedente avesse avuto solo un rudimentale insegnamento). Infine, la terza parte. Saiph incontra finalmente Verba e questa è stata sicuramente una delle parti più interessanti del romanzo, anche se molte domande sono rimaste ancora senza risposta. Per quanto riguarda la contessina (che di principesco non ha più nulla), è continuata la rivisitazione di “Nihal della Terra del Vento” eccetto sì e no, l’ultimo paio di capitoli. Non mancano riflessioni più o meno esplicite su grandi temi quali: la necessità o meno della guerra, i risvolti tragici che può avere una battaglia giusta, il meritarsi d’essere salvati dalla distruzione, la brama di potere, la corruzione politica e religiosa, la discriminazione del diverso solo perché tale, l’abbandono alla fede grazie al quale è più facile accettare il nostro destino, la paura della morte, la brama di conoscenza, l’oscurantismo religioso, e molti altri. La storia scorre fluida e senza intoppi grazie alla bella prosa della Troisi, le parole utilizzate non sono astruse ma nemmeno del lessico quotidiano, errori di scrittura non ve ne sono eccetto uno soltanto e qualche punto mancante qua e là a fine frase. In conclusione, mi ha parecchio delusa la parte di Talitha (i copia e incolla dalle Cronache se li poteva decisamente risparmiare!) mentre carini sono stati i capitoli di Saiph e dei personaggi minori. Con questo, non voglio dire che sia un brutto libro, perché non lo è, tuttavia, se avete letto e riletto la prima trilogia della Troisi, vi daranno un po’ fastidio alcune parti.